mercoledì 19 dicembre 2012

Non Lasciarmi (2010)


Regia: Mark Romanek
Anno: 2010
Titolo originale: Never Let Me Go
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
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Mi spiacerà fare dello spoiling, ma è impossibile fermarmi. Spero che chi leggerà questa recensione lo faccia solo dopo aver visto il film, che tanto non si evolve attraverso colpi scena particolari, ma mette a nudo la propria natura fin quasi dalle prime battute. Sono un sentimentale per questo genere di pellicole, in cui il tema forte è quello della clonazione. Ma c'è qualcosa di più, qualcosa che va oltre: non si presenta affatto come un prodotto di fantascienza, quanto piuttosto come un misto tra il drammatico e ed un'apatica storia d'amore e amicizia. Romanek, sul soggetto di Kazuo Ishiguro basato sul proprio romanzo del 2005 ci proietta in un inusuale Inghilterra che non ha assolutamente niente strano o differente dal solito. Siamo quasi all'interno di un'ucronia sui generis, dove tutto prosegue normalmente tranne il fatto che alcuni ragazzi sono nati (creati) appositamente per i trapianti di organi. E' la storia di tre amici, Kathy (Carey Mulligan), Tommy (Andrew Garfield) e Ruth (Keira Knightley) che vivono insieme in quello che può sembrare un orfanotrofio. Invece sono condannati ad essere pezzi di ricambi. Consapevoli ed impotenti, hanno accettato ciò fin dall'inizio. Educati ad essere tali. Il film non gode della spettacolarità vista in The Island , ma cavolo, è tagliente, sfrontato, triste. Di una cupezza che ti fa star male. Possiamo sorvolare tutto il contesto, che forse non è studiato bene o nei minimi particolari, per risultare credibile, ma il realismo al tempo stesso è allarmante. Non si può fare niente per loro, ma ci si sofferma anche a riflettere: niente più malattie incurabili, niente più tumori devastanti, niente più danni irreversibili. E non è lo sfizio del ricchissimo che si compra un "suo mini sè" per voler vivere in eterno. E' la norma, va bene a tutti. Inoltre non ci si proietta in un futuro lontano, ma siamo nel mondo contemporaneo, tra la fine degli anni settanta e la prima metà dei novanta. Davvero una bellissima idea ed una trasposizione molto interessante che ti fa toccare con mano quanto potrebbe avvenire. I tre protagonisti vivono (se così si può dire) una vita che non vedrà futuro, se non quello in base a cui sono stati creati, ma assaporano o cercano di farlo i sentimenti che li rendono umani come chiunque altro. Ciò che rende il lavoro di Romanek ancora più triste è la rassegnazione e l'accettazione da parte di tutti di tale situazione. L'unico modo per fuggire, anzi per rimandare la sentenza, sembrerebbe essere il dimostrare che una coppia è innamorata. Soltanto una leggenda, forse neanche troppo sperata o creduta. Ma credetemi,. è un film da non sottovalutare e da conservare nella propria memoria.

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