martedì 29 aprile 2014

Carlito's Way (1993)


Regia: Brian De Palma
Anno: 1993
Titolo originale: Carlito's Way
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.9)
Pagina di I Check Movies
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Ancora Brian De Palma con un cult che sta nella mia personale classifica un po' al di sotto di Scarface e de Gli Intoccabili , ma che rimane per sempre nell'olimpo dei migliori gangster movie di sempre. E' per colpa di questi lavori e della loro grandiosità che ogni volta che guardiamo un film sulla criminalità, non si accende completamente la lampadina. Al Pacino (e Giancarlo Giannini) assieme ad un decisamente giovane Sean Penn riesce alla perfezione a trasmettere la poesia del fallimento. Una volta intrapresa una strada, è impossibile imboccarne l'uscita. Brian De Palma trasforma la sceneggiatura di Koepp in un immenso altare, drammatico e penoso che esalta il perdente. E questo è un eroe cattivo, ma che cerca di rigare dritto nonostante le avversità che si presentano sul suo camino. E' un'opera commovente, anche diversa dal solito se vogliamo, perchè Carlito Brigante è un poco di buono, una leggenda nella criminalità, ma è rimasto scottato dal carcere. Uscendo non certo per meriti, non desidera altro che mettersi in riga anche se sente "i riflessi di un tempo che tornano a galla" e psicologicamente la trama è invasa dalla voce fuori campo che cerca di cambiare il proprio essere. Le sue paure ed i suoi sogni infranti invadono lo schermo con un forte bianco e nero subito nelle prime scene: conosciamo già la sua fine, ma vogliamo conoscere coda ha da raccontarci. I personaggi principali non sono buoni, ma sono parte di quel lato umano che rende la storia elegante e colma di passione. L'amicizia che a seconda di chi la descrive fa parte di un codice, ma anche vista come strumento per salvarsi il culo, l'amore teso fino allo stremo che necessita di una svolta nell'ordine naturale delle cose. Sentimenti insomma che vengono schiaffeggiati dalla sorte e dal destino, al quale è difficile spiegare di non essere d'accordo. Nella prima metà degli anni novanta De Palma ci riporta negli anni settanta e nelle guerre malavitose che segnavano quel periodo, con costumi, ambientazioni e musiche veramente ben azzeccate, che con molta nostalgia richiamano a lavori del passato. Ma qui il peso delle proprie azioni ha un'importanza elevata solo se legato a fatti ed avvenimenti incontrollabili. Si può essere una leggenda del crimine pur avendo paura di voler manifestare il proprio status? Si può lottare contro se stesse per guarire da una malattia che non dipende da cause eccezionali quanto dal nostro proprio essere? Carlito si pone queste domande, senza avere una risposta certa, quando invece lo spettatore grazie alla sequenza iniziale conosce già come andrà a finire. De Palma nella sua carriera ha avuto alti e bassi, ma qui possiamo siuramente parlare di un'opera ben riuscita sotto ogni punto di vista, soprattutto quello dell'intensità.

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