mercoledì 16 aprile 2014

Attacco Al Potere - Olympus Has Fallen (2013)


Regia: Antoine Fuqua
Anno: 2013
Titolo originale: Olympus Has Fallen
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon

Da adolescente mi piacevano un sacco i libri di Tom Clancy. Adoravo il genere e la cosa che più mi colpiva era ammirare il ribaltamento di una situazione catastrofica e tutte le varie tappe che intelligence e agenzie varie seguivano per riportare ordine. Quindi, nonostante Clancy abusasse molto della propria fantasia, un minimo di idea su come debbano andare le cose, anche nella finzione me la sono fatta. Questa mia vecchia passione è il bivalente motivo per cui ritengo che la trama faccia acqua da tutte le parti e per restare comunque incollato al televisore per arrivare alla fine. Però diciamoci la verità: attori (Morgan Freeman, Aaron Eckhart, Gerard Butler e Dylan McDermott) ed effetti speciali non bastano. No, neanche quando il genere non deve creare altre aspettative che quelle imposte dall'etichetta. Ritengo che la storia raccontata, se non vuole essere terra terra debba avere un minimo di realismo, soprattutto se il film in questione è girato anni dopo quel mostruoso 11 settembre che tutti ricordano. Se gli USA si sono fatti attaccare in casa in quell'occasione, hai voglia a dire, ma chissà quali e quante altre misure siano state prese in questi quasi tredici anni. Non voglio puntualizzare sul complesso, la storia va bene, ce ne sono a decine peggiori, m ciò che la porta ad essere tale è qualcosa di inaudito. Io preferisco di gran lunga se Bruce Willis butta giù un caccia a cazzotti, piuttosto che vedere determinate assurdità spacciate per situazioni possibili. Partiamo dall'inizio. C'è un aereo, per giunta militare, ma ha poca importanza che arriva sopra Washington e praticamente viene avvistato all'ultimo momento. E sì che va pure piano. Ma da dove è partito? Arriva dall'Atlantico, ma sono tutti ciechi? Con delle mitragliatrici laterali fa fuori due caccia che lo affiancano, messi lì apposta per essere distrutti e farlo arrivare proprio sopra la città. Compie alcuni giri sopra la Casa Bianca sparando tra la folla che sta nei pareggi e nessuno interviene. L'antiaerea è composta da solo due razzi terra aria, che vengono prontamente annientati, poi anche questa smette di sparare. Saggiamente il Presidente entra nel bunker e decide di non rispettare il protocollo portando con sè anche il Primo Ministro coreano e tutto il suo staff (ovviamente armato, nonostante i controlli effettuati). Sempre per puro caso entrano con lui anche il Vice Presidente e un'altra tizia, Segretario di qualcosa. Tutti e tre sono gli unici e soli detentori dei codici per far esplodere i missili nucleari americano. Ma ne parleremo in seguito. Un commando ultra organizzato di terroristi nel frattempo assalta la Casa Bianca e riesce ad entrare. Semplicissimo: nessuno della sicurezza interna ha qualcosa di più pesante di una pistola, mentre i cattivi hanno di tutto, da lanciarazzi, a mitragliatrici, ad armi sperimentali rubate proprio all'esercito. Carneficina. Fanno fuori veramente tutti. Ad esclusione dell'eroe di turno. Che da diciotto mesi non lavora più lì, ma le sue impronte digitali sono ancora memorizzate per sbloccare e bloccare le difese varie e conosce pure i codici numerici per fare altri giochetti. Nessuno in diciotto mesi li ha mai cambiati, o perlomeno ha resto le sue credenziali inattive. Roba da matti. Torniamo al bunker. i terroristi, e lo dicono esplicitamente, cercano quei tre codici per far esplodere le testate nucleari all'interno degli USA. Roba dell'altro mondo. Ok, ammettiamo che gli americani siano così dementi da permettere una cosa del genere: a quel punto gli ostaggi diventano automaticamente sacrificabili se solo ci fosse il sentore che il segreto non sia più al sicuro. Basterebbe un'incursione, anche solo per radere al suolo il tutto. Invece Morgan Mandela decide di temporeggiare, esaudire le richieste dei malvagi attentatori e dar loro anche il tempo di estorcere due dei tre codici. Un paio di schiaffi ed ecco che il segreto viene svelato. Ovviamente questi codici sono utilizzabili solo dal computer dentro al bunker. Il presidente non parla, neanche sotto tortura (ma nessuno lo malmena neanche), quindi decriptano (deh e che ci vuole?) il suo codice segreto, Quello poi per disabilitare il tutto, invece prevede una procedura molto più lunga. Boia, che genialata. Coi fiocchi. Ma dai....

Nessun commento:

Posta un commento