domenica 6 settembre 2015

American Sniper (2014)




Regia: Clint Eastwood
Anno: 2014
Titolo originale: American Sniper
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.3)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon

Ho aspettato un po' di tempo prima di vedere il chiacchierato American Sniper di Clint Eastwood. Ora, premesso che non adoro i film di e sulla guerra, premesso che quando guardi un film che vanta di basarsi su di una storia vera, un minimo ti documenti, anche involontariamente, sono sconcertato da chi ha smosso critiche su questa pellicola. Boia, per quanto mi riguarda è davvero sensazionale. Eastwood prende spunto dal libro autobiografico di Chris Kyle, che sarebbe il personaggio principale interpretato da Bradley Cooper. Un cecchino americano dei Seal, che viene soprannominato "la Leggende" vista la sua bravura. Qualcuno forse si aspettava qualcosa di meno patriottico? Come se mi andassi a vedere Harry Potter e mi aspettassi qualcosa di meno magico. Ed anzi, insistendo sulla trama, è proprio il patriottismo dell'American sniper, l'arma vincente, quella che mostra a nudo il personaggio, senza perdersi in eccessive critiche su cosa sia giusto o sbagliato. Il soggetto è proprio lui. Ed i vari flashback, forse non troppo lunghi e chirurgici, ci introducono la sua vita di texano fin dalla giovinezza. Il risultato, mischiato a scene di vera azione nei campi di battaglia iraqeni, è a mio avviso molto bello, forte, commovente. Non nascondo certo il mio essere filo americano, ma qui si va oltre: è ben studiato anche il suo aspetto psicologico nel post guerra, nel ritorno a casa, nel rapporto in famiglia. Mi sono pure venuti i brividi nella scena in cui vede in diretta l'attentato dell'11 settembre o quello all'ambasciata kenyana. Spesso abbiamo già visto al cinema il lato oscuro della guerra: ce ne sono abbastanza di titoli (Green Zone, The Hurt Locker o Nella Valle Di Elah) che insistono anche sugli aspetti critici di questi ultimi quindici anni. American Sniper è differente, e migliore. E anche più ragionato rispetto a Zero Dark Thirty che è un mero susseguirsi di fatti. In pratica il film non parla della guerra, ma parla di un uomo che l'ha fatta. Come volontario e come "cane pastore" per difendere i propri commilitoni, a costo anche di mettere da parte la famiglia. Una figura che può anche non piacere, che racchiude i clichè del texano rozzo e guerrafondaio, ma che viene raccontata per ciò che è. Un uomo forte e tutto d'un pezzo che rischia la vita in ogni missione, che quando sarà il momento davanti a Dio giustificherà ogni colpo sparato, ma che è debole nei rapporti interpersonali. Emblematica la tristezza con cui guarda il fratello abbandonare l'Iraq: non è ovviamente un eroe senza macchia, di quelli perfetti. E' un uomo che porta un fardello peso quanto i suoi ideali, che passa più tempo con i reduci, per aiutarli anche in Patria, a discapito dei momenti in famiglia. Un uomo che ripeto, si racconta in un'autobiografia. Assolutamente da vedere.

Nessun commento:

Posta un commento