giovedì 14 luglio 2011

Dan Simmons - Ilium: la rivolta


Autore: Dan Simmons
Editore: Mondadori
Pagine: 364
Voto 5/5
Pagina di Anobii

Trama del libro:

In un lontanissimo futuro la Terra è popolata da un numero limitato di individui che vivono esattamente cento anni. Passano il tempo in ozio accuditi da servitori meccanici e giocando virtualmente alla guerra di Troia. Tra questi Daeman e Harman si mettono alla ricerca di un'astronave per raggiungere i due anelli che girano intorno al pianeta sui quali si ritiene che si siano rifugiati i discendenti della razza umana. Intanto migliaia di anni nel passato, la guerra di Troia infuria davvero, ma con qualche variazione...



Commento personale e recensione:

Ancora cinque stelle, del resto è il proseguo naturale della prima parte. Troppo legato ed inscindibile. Una volta giunti alla fine però capiamo che se 1 + 1 fa 2, allora 2 + 2 fa 4. Ed ecco quindi nuovamente quel senso di vuoto per una storia che lascia tanto in sospeso. Leggere un tomo del genere è quasi come vedere una puntata di Lost: hai mille interrogativi e solo una manciata di risposte. Ma che bellezza, ma che spettacolo. Da una parte abbiamo un numero maggiore di spiegazioni, che però aprono la strada ad altri interrogativi. Riusciamo lentamente ad aprire gli occhi su alcune cose, proprio come fanno gli umani vecchio stile del libro nel loro viaggio con Odisseo e Savi l'Ebrea errante (un altro punto a favore: l'interesse per questo popolo che perdura nei secoli, nei millenni, negli universi quantici). Questi input che gli umani ricevono sul loro reale status somiglia un tantino a Matrix (niente popò di meno che) e la figura di Savi può assomigliare a quella di un hacker sui generis. L'evoluzione di internet, con Prospero e Calibano fa tornare alla mente la Skynet di Terminator... Capite la grandiosità dell'opera? Un'epopea fantascientifica con all'interno un Iliade (in questa parte del romanzo quasi totalmente riscritta con maestria e sempre più ucronica), e riferimenti a qualsiasi cosa: anche ad Atlantide, o alle religioni, agli dèi.
Per alcuni aspetti è un po' troppo fantasy (secondo i mie gusti), ma l'attenzione non scema mai ed ogni personaggio ha una sua evoluzione psicologica (la mia preferita è quella di Daeman) che rendono interessante il romanzo anche a chi è digiuno di questi generi letterari.

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