martedì 17 dicembre 2013

Cape Fear - Il Promontorio Della Paura (1991)


Regia: Martin Scorsese
Anno: 1991
Titolo originale: Cape Fear
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.3)
Pagina di I Check Movies
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Con me Martin Scorsese non sempre funziona al meglio ed anche in questo caso, nonostante riesca a spremere Robert De Niro mostrando il suo lato paurosamente malvagio, il film nel suo complesso non è di quelli che mi esalta maggiormente. Il remake dell'originale di circa trent'anni prima è praticamente un nuovo progetto nel curriculum di Scorsese: il thriller psicologico. Mette sul piatto non solo attori di un determinato calibro (il già citato De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange e Juliette Lewis), ma anche una trama avvincente e ben costruita che ha una violenza selvaggia ben distribuita e mette a nudo anche il perbenismo ed i problemi che possono venire a crearsi in quella che apparentemente è una famiglia normale. Fanatismo religioso e vendetta scriteriata sono il mix esplosivo di ingredienti che stabiliscono al psicologia di Max Cady, ex galeotto stupratore che vuole sadicamente vendicarsi del suo avvocato difensore che lo fece incarcerare. Questo personaggio purtroppo è troppo... troppo. Troppo animale, troppo colto, troppo intelligente, troppo astuto. insomma, dal punto di vista del realismo risulta poco credibile. molto più umano è invece Nolte e la sua famiglia è ben strutturata. Ora, la stella qui resta De Niro, pazzoide e camaleontico come pochi osano fare, ma nonostante Lui vesta i panni del protagonista è la figura stessa ad essere esageratamente accentuata. Tecnicamente abbiamo qualcosa di abbastanza normale, o di cui non sono riuscito ad accorgermi (il risultato è il solito) eccezion fatta per lo sporadico uso dei negativi atti ad indicare quasi impercettibilmente il nostro io interiore (il loro io, più che nostro).  se quindi voleva dare una svolta psicologia alla trama, riesce a sciupare qualcosa di ben fatto con il finale in cui si perde molto il senso drammatico della storia lasciando spazio ad una lotta fisica per la sopravvivenza. Allora anche il negativo (tecnico) perde il suo fascino e si riduce tutto ad una scazzottata che male si integra con il resto.

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