sabato 14 marzo 2015

I 400 Colpi (1959)


Regia: Francois Truffaut
Anno: 1959
Titolo originale: Les Quatre Cents Coups
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.2)
Pagina di I Check Movies
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Ancora Truffaut, con il suo primo lungometraggio. E meno male ho potuto vederlo, quanto mi ero perso finora! Uno di quelli che peraltro piacciano a me: l'infanzia incompresa, una ritica alla famiglia ed alle istituzioni scolastiche, protagonisti molto giovani.L'adolescenza vista come una sorta di sofferente ribellione contro valori forti, ma buoni soltanto all'apparenza. I conflitti interiori che vengono fuori in quell'età che sta a metà tra l'infanzia e la maturità. Il protagonista Antoine Doinel (Jean-Pierre Leaud) ha undici - dodici anni ed è una sorta di alter ego del regista, che poi spero di poter apprezzare anche nelle altre sue pellicole. Truffaut pone l'accento non solo sulla figura del ragazzino, ma anche sull'incapacità degli adulti, che siano genitori incapaci o maestri autoritari, di capire i cambiamenti, i bisogni e le necessità che si fanno largo nelle nuovissime generazioni. A salvare chi resta da solo, abbandonato dalle istituzioni, resta l'amicizia: sentimento principe e genuino presente in tutta la storia. Antoine è quasi un peso per i genitori, che non riescono ad amarla, sebbene l'evolversi della trama sia più un insieme di incomprensioni che di crudeltà. Del resto lui ci mette del suo: fa sale a scuola, non studia, sottrae del denaro e inizia a compiere una sequela di marachelle (da qui il titolo originale francese, tradotto tremendamente alla lettera in italiano) che pare interminabile e sfociano quasi nella delinquenza. Tutto, dalla fotografia scelta, alle ambientazioni serve a ricordare i momenti difficili che il ragazzino sta vivendo: la casa angusta con il letto all'entrata, la classe dominata, le vie buie di Parigi. Tutto questo assieme ad un'educazione che non riesce a fare il suo dovere, troppo severa ed anche troppo scostante. Il fallimento di una generazione, quella adulta che non sa come comportarsi, nonostante voglia imporsi. E la scena finale, verso il mare, verso la libertà. Basterebbe solo questa lunga sequenza a ripagare del biglietto. Commovente, forte, apprezzabile in ogni contesto.

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