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sabato 15 marzo 2025

5 Bambole Per La Luna D'Agosto (1970)

5 Bambole Per La Luna D'Agosto
 Regia: Mario Bava
Anno: 1970
Titolo originale: 5 Bambole Per La Luna D'Agosto
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (5.7)
Pagina di I Check Movies
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Film:

Mario Bava è un maestro del cinema di genere, un regista che ha lasciato il segno nel giallo e nell’horror con il suo stile visivo inconfondibile. Ma anche i migliori, a volte, inciampano. 5 Bambole Per La Luna D'Agosto è un giallo/thriller che cerca di cavalcare l’onda del whodunit alla Agatha Christie (Dieci Piccoli Indiani) e del cinema pop anni ‘70, ma finisce per essere un pasticcio che si ricorda più per le atmosfere e le scenografie che per la trama o la tensione.

La storia è un classico del genere: un gruppo di persone ricche e viziate si ritrova isolato su un’isola privata. C’è un industriale con un brevetto segreto, amici falsi, tradimenti vari e ovviamente un assassino che inizia a fare fuori gli ospiti uno per uno. Fin qui, tutto bene. Peccato che il film si dimentichi di creare tensione e costruire un vero mistero, preferendo una serie di omicidi piuttosto casuali e un intreccio che spesso sembra improvvisato.

Ma se la trama zoppica, l’estetica salva il film. 5 Bambole Per La Luna D'Agosto è un tripudio di colori sgargianti, vestiti improbabili e ambientazioni moderniste da rivista di design. L’isola sembra un set di Diabolik, con architetture eleganti, lampade psichedeliche e letti girevoli che probabilmente oggi si trovano nei mercatini vintage a prezzi assurdi. La colonna sonora di Piero Umiliani è un altro punto forte: jazz lounge e groove anni ’70 che rendono il tutto ancora più surreale.

E poi ci sono le "bambole" del titolo: i cadaveri delle vittime vengono messi in cellophane e ammassati in una cella frigorifera come fossero surgelati del discount. L’effetto è inquietante, ma anche un po’ ridicolo, perché a un certo punto sembra che il killer stia facendo scorte per l’inverno.

Il problema principale è che Bava stesso non amava particolarmente il film: lo girò velocemente su commissione e si vede. La tensione latita, i personaggi sono poco caratterizzati e il finale arriva più per sfinimento che per una costruzione logica. Insomma, è un giallo che si guarda più per il fascino estetico che per la suspense.

Verdetto finale? Abbiamo un thriller kitsch, elegante e stiloso, ma anche confuso e poco coinvolgente. Più che un capolavoro, è una curiosità da vedere con lo spirito giusto: magari sorseggiando un Negroni, con una lampada a lava accesa e una playlist lounge anni ’70 in sottofondo.


Edizione: DVD
Edizione molto scarna con qualche difettuccio video dovuto all'età della pellicola, traccia in stereo ed i seguenti extra:
  • 3 schede testuali

giovedì 28 aprile 2022

Diabolik (1968)

 
Regia: Mario Bava
Anno: 1968
Titolo originale: Diabolik
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Non  conosco e non conoscevo molto bene il fumetto di Diabolik, se non per sentito dire, soprattutto dai miei genitori. Una cosa un po' lontana quindi. Poi una volta che si è iniziato a parlare del nuovo film tutto italiano uscito nel 2021, ho scoperto questa prima trasposizione italo francese diretta da Mario Bava. Almeno per farmi un'idea più consistente quindi ho voluto partire dall'inizio: d'altra parte non so se quello odierno è un remake di questo (che sfrutta le trame di alcuni albi) oppure prende spunto dal fumetto regalandoci un'altra storia. Di sicuro questo di Bava colpisce per la sua forma totalmente pop, visibile fin dai primi minuti quando ci viene mostrato il covo segreto di Diabolik, in un misto tra la caverna di Batman e gli anfratti segreti di James Bond. La scenografia è davvero ben fatta ed assieme al trucco ed agli effetti speciali (la caverna in realtà è vuota e dobbiamo ringraziare l'effetto fotografico applicato sulla camera da presa), sovrasta di gran lunga la sceneggiatura ed il soggetto che restano, a mio avviso di basso livello. Forse proprio a causa della fonte principale ovvero il fumetto, che trasposto può risultare debole ed un po' inconsistente. Prendendo poi spunto da ben tre storie differenti, anche se ben collegate tra loro, sembra quasi di vedere un prodotto ad episodi. Degna di nota la presenza seminuda di Marisa Mell, ovvero Eva Kant nella pellicola, e Michel Piccoli, mentre il personaggio principale è interpretato da John Phillip Law. Il cast quindi è internazionale pur avendo una produzione ed una regia italiane. La colonna sonora del film è composta da un certo Ennio Morricone.

Edizione: DVD
Inizialmente avevo scelto una versione in bluray, ma accortomi per tempo che presentava soltanto la traccia audio spagnola, senza neanche la possibilità di avere i sottotitoli in italiano ho fatto il reso e preso questa edizione in DVD della Sinister che fa parte dei Classici Ritrovati e sulla costina è presente il numero 356. Si tratta di una versione restaurata in HD che non si fa affatto volere male ed un'altra particolarità sta nell'avere a disposizione una doppia copertina reversibile. La versione all'interno è quella con la colonna sonora originale italiana e quindi tutta di Ennio Morricone e la traccia audio è in stereo, senza alcun fruscio di sorta. Gli extra sono:
  • Trailer
  • Galleria
  • Dal fumetto al film (20 minuti)

giovedì 1 aprile 2021

Sei Donne Per L'Assassino (1964)

 
Regia: Mario Bava
Anno: 1964
Titolo originale: Sei Donne Per L'Assassino
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (7.2)
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Il mio sensei cinematografico, Tarabusino, se ne è uscito con questo consiglio cinematografico che è stato davvero ben gradito e recepito da me, suo fido seguace. Non scordiamo che siamo nel 1964: questo thriller dalle tinte scure come quelle dell'assassino che miete le proprie vittime con ferocia sadica, è un caposaldo del cinema italiano, ma non solo. Oltre che gettare le basi per il giallo nostrano, non sono pochi i registi futuri che lo hanno preso come esempio. Visto che mi è piaciuto parecchio, ho anche cercato qualche altra informazione in giro e si può passare per Dario Argento, come per Almodovar ed anche Quentin Tarantino. Non è un caso infatti che riesce allo stesso tempo a colpire l'occhio dello spettatore sia per come è girato, sia per i tanti elementi che adesso, a distanza di quasi sessant'anni risultano "già visti". Per forza: questo come tanti altri lavori che possono essere considerati apripista vengono presi come esempio o come fonte di ispirazione, così che nel 2021 ci siamo già assuefatti a determinate dinamiche. Oltre agli elementi che contraddistinguono la trama, però sono da sottolineare le riprese e la fotografia, che indugia ora sugli sguardi di alcuni protagonisti, poi su alcuni elementi, poi ancora vira sull'atrocità dei delitti e sulle movenze dell'assassino. La trama potrà anche essere forse semplice ed arrangiata su alcuni aspetti, per far spazio al colpo di scena sapientemente orchestrato, oppure sbrigativa in alcuni dialoghi e per quanto riguarda la parte investigativa, ma le atmosfere cupe e pure un tantino gotiche riescono a dipingere il contesto dell'alta borghesia e delle bellissime donne che cadono una dietro l'altra, uccise sempre con metodologie differenti. Non è infatti tanto la storia in sè, quanto la messa in opera di questa, che un po' come le luci e le ombre, un po' con la camera che si focalizza sugli strumenti di morte (o tortura) riesce sempre a catturare il nostro sguardo che segue la perversione dell'assassino.

martedì 6 ottobre 2020

Cani Arrabbiati (1974)

 

Regia: Mario Bava

Anno: 1974

Titolo originale: Cani Arrabbiati

Voto e recensione: 6/10

Pagina di IMDB (7.5)

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In una tranquilla serata al jappo con Tarabusino, ecco che spunta fuori Mario Bava con i suoi Cani Arrabbiati.  Fortuna vuole che sia presente su Prime Video e così ne approfitto il prima possibile. Parlo di fortuna perchè oltre ad essere stata una casualità per me venire a conoscenza di questo lavoro, la sua distribuzione in Italia è avvenuta soltanto in tempi relativamente recenti. Esistono varie versioni con differenti finali e quella presente su Amazon è la "Leone - Lamberto Bava" (con al conversazione telefonica tra Riccardo e la madre di Agostino). Inserirlo in un genere non è semplice: può partire come un poliziottesco, molto in voga in Italia in quegli anni, ma prosegue seguendo alcuni dettami violenti classici in certi horror. E' crudo, violento, con dialoghi (doppiati) che sembrano uscire dai cattivi dei cartoni animati giapponesi. Una lunga fuga on the road con aguzzini e vittime all'interno del medesimo abitacolo che funge da cassa di risonanza per la struttura emotiva e psicologica di ogni protagonista. Pur non mancando l'azione, la camera da presa si propone di studiare minuziosamente i dettagli ed i volti, certe volte andando a scovare punti più ristretti, altre riuscendo a mostrarci una visuale ampia dell'interno dell'auto. Direi un film abbastanza imperdibile.