venerdì 13 novembre 2015

Stephen King - Duma Key



Autore: Stephen King
Anno: 2008
Titolo originale: Duma Key
Voto: 3/5
Pagine: 756
Pagina di Anobii
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Trama del libro e quarta di copertina:

Dopo che una gru si abbatte sul suo pickup, Edgar Freemantle deve far fronte a una vita diversa. Devastato nel fisico, e non solo, dapprima cerca di accoltellare la moglie e poi di strangolarla con la mano sinistra (l'altra mano l'ha persa, con tutto il braccio destro, nell'incidente). Apparentemente ristabilito, lascia le sue proprietà alle due figlie e alla moglie, che ha deciso di divorziare da lui, e si stabilisce su una solitaria e paradisiaca costa della Florida, Duma Key, dove affitta una grande villa rosa sulla spiaggia. Proprietaria di tutta la zona è l'anziana Elizabeth Eastlake, una signora non del tutto lucida che allerta subito Edgar di un grande pericolo che lo minaccia. Intanto Edgar si scopre una dote inaspettata di pittore: i quadri che comincia a dipingere, specie quando il braccio amputato gli procura delle sensazioni fantasma, rivelano un talento eccezionale, non solo dal punto di vista artistico... Proprio quando la sua vita sembra ricomporsi, anche grazie alla comprensione della ex moglie e al costante affetto delle figlie, che lo sostengono a distanza nella sua nuova attività artistica, il passato di Elizabeth viene a interferire violentemente con il presente di Edgar.  

Commento personale e recensione:

Ero partito benissimo, a fuoco. Certe volte leggere Stephen King è talmente un piacere che ti ci culli. E nonostante non tutti i suoi lavori mi abbiano preso, questo lo ho trovato molto elegante, con descrizioni fenomenali sia per la parte estetica che per quella psicologica. Scorrevole, interessante, prepotente nell’entrarti in testa: oltre la metà del libro è un insieme poderoso di idee affascinanti e ben studiate. Forse alla lunga, superata la metà inizi a temere un po’ troppo che non si tratti di un miracolo letterario, come invece eri propenso a credere in principio. Sarò onesto: c’è stata tantissima carne al fuoco che poteva essere sfruttata in maniera migliore, invece arrivi alla fine e sei un po’ deluso. Manca quella sorta di svolta che te la fa prendere bene. Questo però lo capisci già un po’ prima delle ultimissime pagine: King non può andare a parare dove si vorrebbe, manca il colpo di reni, la ciliegina sulla torta. Anche perchè con delle (lunghissime) premesse di questo tipo si poteva e si doveva fare sicuramente di meglio, senza scadere nel tenebroso fantastico che puzza molto di arrangiamento. Come se arrivato lì non avesse più voglia. Eppure oh, di pagine ne ha scritte, ma poi si sciupa un po’ quel gusto horror che era corretto pretendere. Di pauroso non c’è niente. Fine e finto.  Quasi una ridicola accozzaglia di clichè orrorifici. Tolte le ultime cento pagine, poteva essere un grande libro.

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