Secondo giorno. Considerando che siamo entrambi ancora convalescenti dall’influenza, decidiamo saggiamente di non partire subito a bomba. Meglio ascoltare il corpo e andarci piano, almeno all’inizio.
Facciamo quindi qualche chilometro in più in auto, ma scegliamo un trekking semplice e a bassa quota, ideale per rimettere in moto le gambe senza esagerare. La destinazione è l’area faunistica del Cervo, che percorriamo praticamente tutta ad anello, anzi a palloncino.
Di cervi non ne vediamo perché vedono loro prima noi , ma le tracce sul terreno raccontano una presenza costante. Dal vivo, invece, incontriamo mufloni e cinghiali, che non è certo un ripiego. Il percorso segue in parte il tracciato del Torrente Peschiera e attraversa il suggestivo Bosco Magnano.
Lungo il cammino ci sono diversi punti in cui è possibile avvicinarsi a piccole cascate. Si passa sotto o accanto a alberi secolari caduti, a volte direttamente sul letto del fiume, altre più comodamente sul sentiero. Tutto è naturale, niente è addomesticato, ed è proprio questo il bello.
Il bosco è dominato da mastodontici faggi secolari, presenze silenziose e imponenti. Tra tutti spicca “Il Patriarca”, con i suoi 32 metri di altezza, che sembra più una cattedrale vegetale che un semplice albero.
Scendendo di quota si incontrano le affascinanti Marmitte degli Elfi, mentre il manto di foglie bagnate, illuminato dai raggi del sole che filtrano tra i rami, trasforma il bosco in qualcosa di decisamente incantato. Uno di quei luoghi in cui rallenti automaticamente il passo, anche se non ne avresti bisogno.
Un giro tranquillo, perfetto per riprendere fiato e confidenza con il Pollino. La sensazione è chiara: il bello deve ancora venire.
Album fotografico Area Faunistica del Cervo e Torrente Peschiera

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