Tuttavia, superato il fastidio per l'inganno del titolo, il film merita una visione perché, pur essendo una pellicola che narrativamente non offre niente di particolare e che procede con ritmi a tratti molto compassati, nasconde una grandissima qualità tecnica. Il motivo è semplice: il regista è Douglas Trumbull, ovvero il genio degli effetti visivi che aveva lavorato proprio al vero 2001 di Kubrick. Si nota immediatamente la sua mano, perché gli effetti speciali non sono affatto male, anzi, risultano incredibilmente curati e suggestivi per l'epoca, specialmente nella realizzazione delle enormi cupole geodetiche che ospitano le ultime foreste della Terra alla deriva nello spazio.
È un film che vive di contrasti: da un lato abbiamo una trama piuttosto semplice, quasi intima, retta quasi interamente dalla performance "allucinata" di Bruce Dern e dalla sua interazione con i tre droni (che anticipano chiaramente l'R2-D2 di Star Wars); dall'altro abbiamo una messa in scena visiva che aspira alla grandezza. Certo, non siamo di fronte a una pietra miliare imprescindibile e la sceneggiatura a volte mostra il fianco a qualche ingenuità, ma 2002: la seconda odissea resta un reperto affascinante di un'epoca in cui la fantascienza usava le astronavi per parlare di solitudine e natura. Un film onesto e visivamente appagante, a patto di dimenticarsi quel titolo italiano che promette un seguito che non esiste.
- Immagini e locandine
- Trailer
- Commento audio
- The Making of (49 minuti)
- Silent Running (30 minuti)
- A conversation with Bruce Dern (11 minuti)
- Trumbull: then and now (5 minuti)
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