Terzo giorno. Oggi si sale di quota. E si capisce subito che sarà tutta un’altra storia.
Paesaggi innevati ovunque, luoghi che sembrano sospesi e rumori attutiti dal bianco. La neve cambia tutto: i colori, i tempi, perfino il modo di camminare. È uno di quei giorni in cui ti viene naturale parlare a bassa voce.
Partiamo dal Colle dell’Impiso e raggiungiamo il Piano di Gaudolino, già di per sé un posto che merita la gita. Da lì decidiamo di salire anche sul Monte Pollino, seguendo la via normale, che normale lo è solo sulla carta: il percorso è comunque intriso di neve e ghiaccio.
Lungo la salita attraversiamo ancora una volta alberi maestosi e storici, presenze silenziose che sembrano lì da sempre e che probabilmente ci sopravviveranno senza accorgersene. Il paesaggio è severo ma mai ostile, anzi, invita ad andare avanti.
Arrivati in alto ci fermiamo sulla vetta del Pollinello, il punto perfetto per una pausa lunga. Davanti a noi si apre una vista mozzafiato, ampia, pulita, di quelle che ripagano ogni passo e ogni dito intorpidito dal freddo.
Da lì decidiamo di tornare indietro, senza forzare oltre. Il trekking non è tecnicamente impegnativo, ma tra neve, quota e lunghezza del percorso ci riempie l’intera giornata, lasciandoci addosso quella stanchezza buona che non pesa.
Si rientra con la sensazione di aver vissuto il Pollino nella sua versione più pura. Silenziosa, bianca, memorabile.
Album fotografico Monte Pollino, Pollinello e Gaudolino

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