giovedì 18 dicembre 2025

Standard Operating Procedure - La Verità Dell'Orrore (2008)

 
Regia: Errol Morris 
Anno: 2008
Titolo originale: Standard Operating Procedure
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon 
 
Film:
Guardare un’opera come Standard Operating Procedure - La verità dell'orrore non è un’esperienza che si affronta con leggerezza, specialmente per chi, come me, tende solitamente a evitare sia il genere bellico che la forma documentaristica. Eppure, ci sono momenti in cui il dovere della testimonianza e la necessità di un giudizio critico devono prevalere sulle preferenze personali. Errol Morris, con questo lavoro del 2008, ci trascina dentro l’abisso di Abu Ghraib, non limitandosi a mostrarci l’orrore che già conoscevamo attraverso le cronache, ma interrogandoci sul senso profondo delle immagini e sulla natura stessa della verità fotografica. Da amante degli Stati Uniti, provo una profonda amarezza nel vedere i valori di libertà e democrazia calpestati in quel modo, ma proprio questo affetto per la cultura americana mi impone di essere distaccato e spietatamente onesto: ciò che emerge da questo racconto è una sensazione di vergogna e schifo viscerale.

​Non sono un ingenuo, né mi definisco un pacifista nel senso più idealista del termine; so bene che la guerra è una macchina brutale e che atrocità simili accadono probabilmente in ogni conflitto, rimanendo per lo più sepolte sotto il peso del segreto militare. In questo caso, però, la bolla è esplosa e tutto, o quasi, è venuto a galla grazie a quegli scatti digitali che sono diventati il simbolo del fallimento morale di un’intera spedizione. Morris analizza i fatti con una freddezza quasi chirurgica, intervistando i protagonisti diretti di quegli abusi — i soldati di basso rango che abbiamo visto sorridere accanto ai prigionieri umiliati — e il risultato è un quadro desolante di deresponsabilizzazione. È fin troppo facile puntare il dito contro l'ultimo anello della catena, ma è evidente che il pesce puzza dalla testa. I veri responsabili, coloro che hanno creato il clima di impunità e hanno teorizzato le tecniche di "interrogatorio potenziato", siedono quasi sempre ai piani alti e, come spesso accade nella storia, trovano sempre una scappatoia legale o politica per restare impuniti.

​Il film mette in luce come la mancanza di controlli rigorosi abbia permesso a dei giovani soldati, spesso privi di una guida etica solida, di trasformarsi in aguzzini. Sebbene sia utopistico pensare di annullare totalmente la crudeltà in un contesto bellico — perché sappiamo tutti che la guerra non è mai una bella cosa e porta con sé il peggio dell'umanità — è imperativo pretendere meccanismi di supervisione che limitino il più possibile simili derive. Non basta però guardare verso l'alto; il documentario ci spinge a riflettere sulla necessità di una presa di coscienza che parta anche dal basso. La banalità del male di cui parlava la Arendt si manifesta qui attraverso macchine fotografiche digitali usate come trofei, in un mix di noia, sadismo e obbedienza cieca. Standard Operating Procedure non è solo un resoconto di fatti storici, ma un monito necessario sulla facilità con cui l'essere umano può smarrire la propria bussola morale quando si sente parte di un sistema che giustifica l'ingiustificabile. È una visione difficile, disturbante, ma essenziale per chiunque voglia guardare oltre la propaganda e affrontare la realtà nuda e cruda di ciò che l'uomo è capace di fare dietro le mura di una prigione, lontano da occhi indiscreti.

 
Edizione: bluray import
Versione import con audio italiano in Dolby Digital TrueHD 5.1 e molti extra:
  •  Commento audio
  • Trailer
  • Premiere Q&A con Errol Morris (11 minuti)
  • Conferenza stampa con il regista (32 minuti)
  • Doplomacy in the age of terror (45 minuti)
  • Scene aggiuntive (26 minuti)
  • 5 interviste estese 

Nessun commento:

Posta un commento