giovedì 26 marzo 2020

Stephen King - Joyland




Autore: Stephen King
Anno: 2013
Titolo originale: Joyland
Voto e recensione: 3/5
Pagine: 351
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Trama del libro e quarta di copertina:
Estate 1973, Heaven's Bay, Carolina del Nord. Devin Jones è uno studente universitario squattrinato e con il cuore a pezzi, perchè la sua ragazza lo ha tradito. Per dimenticare lei e guadagnare qualche dollaro, decide di accettare il lavoro in un luna park. Arrivato nel parco divertimenti, viene accolto da un colorito quanto bizzarro gruppo di personaggi: dalla stramba vedova Emmalina Shoplaw che gli affitta una stanza ai due coetanei Tom ed Erin, studenti in bolletta come lui e ben presto inseparabili amici; dall'ultranovantenne proprietario del parco al burbero responsabile del Castello del Brivido. Ma Dev scopre anche che il luogo nasconde un terribile segreto: nel Castello, infatti, rimasto il fantasma di una ragazza uccisa macabramente quattro anni prima. E così, mentre si guadagna il magro stipendio intrattenendo i bambini con il suo costume da mascotte, Devin dovrà anche combattere il male che minaccia Heaven's Bay. E difendere la donna della quale nel frattempo si è innamorato.

Recensione e commento personale:
Continuo ancora con Stephen King: deh è semplice da leggere, scorrevole, sa scrivere e ti prende.  Chi non legge King lo accosta automaticamente al genere horror: per quanto mi riguarda non è così. O meglio, non sempre è così. Ovviamente ha una predilezione per determinati argomenti, ma ad esempio Joyland è una nostalgica storia ambientata negli anni settanta all'interno di un parco giochi. Di quelli che c'erano un tempo, non di quelli che ho potuto vedere io. Ci sono elementi fantastici come presenze o fantasmi, telepatia o chiromanzia, cose che nel complesso potevano essere evitati all'interno di questo thriller, ma King non è Deaver, e va benissimo così.   Ciò che è extra naturale e non concepibile dalla ragione alcune volte risulta molto più avvincente e curioso (non tanto per me) e nella storia qui raccontata dà un senso ancora più esaltante alla figura del piccolo Mike, personaggio secondario, ma estremamente importante. King è un maestro nell'essere prolisso e descrivere minuziosamente dialoghi, pensieri, stati d'animo reali e poi mischiarli con il classico "effetto mistero" assieme ad elementi sovrannaturali. L'unica pecca forse sta nella caratterizzazione del narratore, maturo ai tempi del racconto, ma un ragazzino di 21 anni forse troppo in là con i pensieri e le azioni al momenti dello svolgimento dei fatti.

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