lunedì 13 ottobre 2025

Madeira #3: Ponta de São Lourenco

 

La giornata è iniziata con una piccola sorpresa automobilistica. Alla sede del noleggio mi aspettavo la classica utilitaria scelta per praticità e per le dimensioni “a misura di strada di montagna”. Invece mi consegnano una T-Roc, allo stesso prezzo. Per carità, un bell’upgrade, comoda e moderna… ma io, lo ammetto, con un’auto più piccola mi sento più agile, specialmente in certi tornanti portoghesi che sembrano progettati da un artista cubista. Fortuna vuole che a Madeira — almeno finora — le strade siano tenute in modo impeccabile: asfaltate bene, con segnaletica chiara e senza quella sensazione di abbandono che spesso si trova in zone remote. Così parto comunque contento, col mare a farmi compagnia e il cielo limpido che promette una gran giornata.

La destinazione è la Vereda da Ponta de São Lourenço, all’estremità orientale dell’isola. È uno dei luoghi più iconici di Madeira, e con il meteo perfetto e zero vento — evento non così frequente da queste parti — vale la pena anticiparlo ruse agli altri trekking e approfittarne subito. Parto poco prima delle 9:00 arrivato in meno di trenta minuti dall'aeroporto al parcheggio di Baía d’Abra, punto di partenza del sentiero.

Il percorso è uno dei più belli e panoramici di tutta Madeira sebbene probabilmente sia il più differente dagli altri: circa 8 chilometri tra andata e ritorno, con un dislivello leggero ma intermittente. A ogni curva si apre un nuovo scorcio: scogliere a picco sull’Atlantico, faraglioni appuntiti come lame e lingue di roccia che si insinuano nel mare turchese. Qui la vegetazione è completamente diversa dal resto dell’isola: niente foresta laurisilva, ma un paesaggio quasi lunare, arido e ventoso (di solito), con colori caldi che vanno dal rame al giallo. Oggi, con il sole alto e l’aria ferma, sembra di camminare dentro una cartolina.

Lungo la via mi fermo a più riprese a guardare il mare, e soprattutto a scattare foto — è impossibile non farlo. Quasi prima di intraprendere la salita finale, l'unica effettivamente più complicata per il terreno friabile e la pendenza più firte, lungo il sentiero c’è un piccolo punto ristoro perfetto per una sosta:  si arriva alla Casa do Sardinha.
Lo ho trovato aperto, ma non è detto che lo sia sempre infatti, precauzioni fondamentali per questo trekking: scarpe con buona aderenza, pile leggero e k-way nello zaino (il meteo qui può cambiare in fretta), acqua a volontà e qualcosa da sgranocchiare. Ombra praticamente inesistente, quindi cappellino e occhiali da sole. Seguitemi per altri scontati consigli. 

Una volta arrivato in fondo, mi godo il panorama su Ilhéu do Farol, l’isolotto con il faro, e sulla distesa blu dell’Atlantico. È uno di quei posti in cui il silenzio è interrotto solo dal vento (quassù c'è) e dal rumore del mare — una sensazione di confine geografico e insieme di libertà totale.

Sulla via del ritorno faccio una piccola deviazione per fermarmi a un miradouro panoramico, consigliato da molti viaggiatori. È uno di quei punti che regalano la vista su tutta la penisola e fanno capire davvero quanto Madeira sia un’isola di contrasti: qui, davanti a me, brullo e roccioso; alle mie spalle, verde e rigoglioso.

Rientrando a Funchal con la T-Roc (che nel frattempo ho iniziato quasi ad apprezzare), ho quella piacevole stanchezza da camminata ben fatta. Ponta de São Lourenço è perfetta per un primo approccio all’isola: facile, spettacolare e capace di far capire in poche ore perché Madeira è considerata un paradiso per i camminatori.

Non domo passo parte dell'assolato pomeriggio ancora tra le viuzze di Funchal che mi prende sempre di più. Non può mancare una visita venerativa al Museo di Cristiano Ronaldo, personaggio sportivo più unico che raro, che nasce e cresce proprio sull'isola. Ho tempo anche per salire sulla torre della Cattedrale da cui si vede una bella porzione della città. Veramente tutto stupendo. 

Album fotografico Madeira #3: Ponta de São Lourenco 

Album fotografico Madeira #3: ancora Funchal 


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