giovedì 9 ottobre 2025

Dal Tramonto All'Alba (1996)

 
 
Regia: Robert Rodriguez
Anno: 1996
Titolo originale: From Disk Till Dawn
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Riguardare Dal tramonto all’alba da adulto è stata un’esperienza molto diversa rispetto a quando lo vidi la prima volta da universitario in quel di Via Diprè a Siena. All’epoca mi era sembrato un film strano, quasi schizofrenico, con quella svolta improvvisa a metà che mi aveva lasciato spiazzato. Oggi invece quella stessa svolta mi è parsa geniale. È proprio lì, in quella libertà sfacciata e in quel cambio di marcia senza preavviso, che si nasconde tutta la forza di questo film. È un’opera che non ha paura di osare, di mescolare i generi, di divertirsi e di far divertire. Un road movie pulp con due criminali in fuga, denso di dialoghi affilati e tensione alla Tarantino, che all’improvviso si trasforma in un delirio horror fatto di vampiri, sangue e ironia nerissima. Un pugno nello stomaco che però fa ridere, appassiona e coinvolge.

La coppia Rodriguez–Tarantino funziona qui come un’orchestra improvvisata ma perfettamente sincronizzata. La prima parte è quasi teatrale, costruita sui dialoghi e sui rapporti malati tra i personaggi: George Clooney, nei panni di Seth Gecko, è carismatico e magnetico, lontano anni luce dal bravo ragazzo di E.R. che lo aveva reso famoso. Tarantino, con quella faccia da psicopatico sorridente, è inquietante e divertente allo stesso tempo. Harvey Keitel e Juliette Lewis aggiungono uno spessore quasi malinconico, mentre Salma Hayek — con il suo celebre balletto ipnotico con il serpente — diventa uno di quei momenti di cinema che non si dimenticano facilmente. Poi, senza troppi complimenti, il film cambia pelle: dal realismo pulp al mostruoso, dal thriller alla carneficina, da Pulp Fiction a un B-movie sanguinolento. E la cosa più incredibile è che funziona.

Guardandolo oggi ho apprezzato tantissimo il ritmo e il montaggio, quella sensazione di cinema fatto con le mani, con idee, con passione e non con i soldi di uno studio gigante. Il budget era relativamente contenuto, ma non si direbbe. Gli effetti speciali sono artigianali, sporchi, concreti. Quasi niente computer, tanto trucco prostetico, lattice e sangue finto. Ed è forse per questo che il film è invecchiato bene: perché non cerca di sembrare qualcosa che non è. È onesto, diretto, ironico. Non si prende sul serio ma sa esattamente dove vuole portarti. Rodriguez lo gira nel deserto, costruisce da zero il Titty Twister, e crea un teatro perfetto per una notte di follia.

Un’altra cosa che oggi si nota molto di più è il coraggio produttivo dietro a tutto questo. Tarantino aveva scritto la sceneggiatura come un film horror di serie B commissionato da Robert Kurtzman, uno dei maestri degli effetti speciali. Ma poi arriva Rodriguez, accetta di girarlo e lo trasforma in qualcosa di molto più ambizioso: un omaggio al cinema di genere, ai western, agli horror anni Ottanta e a tutto quel mondo di film che si facevano per divertimento, senza preoccuparsi troppo dei premi o della critica. È un film che vive di libertà. E questa libertà si sente in ogni inquadratura.

Da ragazzo mi era piaciuto soprattutto per l’azione e per il colpo di scena. Da adulto mi piace per i dialoghi, per quella scrittura che non lascia mai spazio al superfluo, per la recitazione calibrata e per la sfrontatezza con cui cambia completamente registro senza chiedere permesso. È cinema pop, trash, pulp, eppure elegantissimo nella sua anarchia. È un film che oggi probabilmente non passerebbe indenne dalle mani di qualche comitato produttivo iper prudente. Ma negli anni ’90 era tutto più libero, più selvaggio, e Dal tramonto all’alba è figlio diretto di quella libertà.

Non è solo un film con i vampiri, e nemmeno solo un pulp. È una piccola dichiarazione d’amore al cinema di genere. È uno di quei film che non pretendono di essere capolavori ma che, alla fine, rimangono impressi molto più di tanti titoli più blasonati. Se da adolescente lo avevo trovato assurdo, oggi mi sembra un colpo di genio. Quando il cinema smette di prendersi troppo sul serio e osa, a volte, riesce a essere davvero indimenticabile.

Edizione: DVD
Versione che si fa ben guardare e diverse scelte per traccia italiana multicanale, sia DTS che Dolby Digital. Non contiene extra, ma ce'è una scena estesa con solo audio originale inserita direttamente nella pellicola. 

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