giovedì 16 ottobre 2025

Madeira #6: Levada do Rei e Vereda dos Balcoes

 








Giornata piena e splendida, una di quelle che ti rimangono addosso per la calma iniziale e il ritmo naturale che si crea strada facendo. Parto di buon’ora per il PR18 – Levada do Rei, quando ancora Madeira dorme e l’isola respira piano. Non trovo nessuno lungo il sentiero, e questa solitudine, complice il sole già alto ma ancora morbido, rende tutto ancora più magico. Dopo le piogge di ieri, la vegetazione è esplosa in ogni direzione: un tripudio di verde acceso, umido e brillante. L’acqua scorre ovunque, i tronchi sono coperti di muschio, e l’aria profuma di bosco bagnato. La levada corre stretta tra pareti rocciose e vegetazione rigogliosa, attraversando ponticelli e brevi tratti scavati nella roccia, con scorci che sembrano dipinti.

La Levada do Rei è una delle più famose dell’isola, e non è difficile capire perché: segue un percorso storico costruito per portare acqua dalle zone più piovose del nord verso i campi coltivati della costa. Camminarci accanto dà quasi la sensazione di attraversare un giardino botanico a cielo aperto, ma naturale e selvaggio. È un itinerario abbastanza semplice, ma il paesaggio è talmente bello che ci si dimentica di tutto il resto.

Al ritorno incontro finalmente qualche escursionista, segno che la giornata è iniziata davvero per tutti, ma ormai la mia “fetta di paradiso solitario” me la sono già goduta.

Finito questo trekking, riprendo l’auto e costeggio ancora la costa, fermandomi qua e là a guardare l’oceano da qualche miradouro improvvisato. Madeira ha quella capacità rara di sorprenderti anche quando non stai facendo nulla di particolare: basta guidare e alzare gli occhi per restare a bocca aperta.

Il secondo trekking della giornata è il PR11 – Vereda dos Balcões, un sentiero breve e molto semplice, ma panoramicamente spettacolare. Parcheggio più lontano per allungarlo un po’, perché dopo il PR18 ho ancora gambe e voglia di camminare. La foresta laurissilva, Patrimonio dell’Umanità, avvolge tutto: è un bosco antico, umido, che regala quella sensazione di essere in un luogo protetto e quasi sospeso nel tempo. Il belvedere finale apre su una vista che lascia senza fiato: una finestra naturale sulle montagne centrali dell’isola, con i picchi di Arieiro e Ruivo spesso incappucciati dalle nuvole.

Essendo facile e breve, qui la folla è inevitabile: turisti di ogni tipo, da chi sembra appena sceso da un sentiero di montagna a chi passeggia in infradito o con ballerine luccicanti. L’effetto è surreale e divertente, e contribuisce a dare a questo luogo un’aria un po’ da passeggiata domenicale più che da trekking. Per inciso: ad alcuni li butterei di sotto, ma senza rancore. 

Per tornare alla macchina mi concedo anche una piccola avventura extra: il mio primo autostop madeirense. Vengo caricato da un signore gentile che mi riporta al parcheggio con un sorriso e qualche chiacchiera spezzata tra portoghese, inglese e gesti.

Al rientro a Funchal, ad accogliermi c’è una fitta nebbia persistente che sembra quasi voler spegnere i colori della giornata, ma ormai ho addosso la luce del mattino e le montagne, quindi va bene così. Un’altra giornata esemplare: silenziosa quando serviva, viva quando serviva, intensa sempre.

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