Oggi è stata la classica giornata da mettere in copertina di un diario di viaggio… ma sotto la categoria “bagnati come pulcini”. La pioggia, quella vera, è arrivata puntuale e decisa, avvolgendo Madeira in una nebbia fitta che dava al paesaggio un’aria quasi nordica. Eppure, proprio queste giornate sono quelle che sanno regalare sensazioni particolari: più silenziose, più autentiche, più “isola”.
Il primo trekking del giorno è stato alla Levada das 25 Fontes, uno dei percorsi più famosi e frequentati di Madeira. Ed è facile capire perché. Anche sotto la pioggia — anzi, forse soprattutto sotto la pioggia — la vegetazione esplode di vita. La foresta laurisilva, Patrimonio UNESCO, diventa un tunnel verdeggiante e saturo d’acqua, con muschi che brillano, felci che sembrano respirare e l’acqua che scorre ovunque.
Il sentiero è un continuo saliscendi dolce, ma l’umidità e il fango lo trasformano in un’avventura da fare con passo attento. Arrivare al bacino finale, quello che dà nome al percorso, è come entrare in una piccola cattedrale naturale: l’acqua scende in decine di rivoli sottili dalle pareti rocciose, come fili argentati sospesi nel vuoto. A questo punto ero talmente zuppo che passare direttamente sotto la cascata non avrebbe fatto differenza, anzi: forse mi sarei bagnato di meno. Poco distante, la deviazione per la Cascata do Risco regala un altro spettacolo, con un salto d’acqua più potente che si staglia nel grigio della giornata. Lì la pioggia e la cascata sembravano fondersi, diventando un’unica colonna d’acqua che cadeva con forza e grazia allo stesso tempo.
Dopo questo bagno completo e involontario, ho deciso di fare quello che molti considererebbero un controsenso: montare in macchina e girare tutta l’isola. Ma è stata una scelta azzeccata. La strada costiera e quella che attraversa l’interno regalano una Madeira diversa, più selvaggia e meno turistica. Ho costeggiato la zona dell’isolotto di Janela, con la sua costa frastagliata e le onde che si infrangono impetuose, e attraversato valli profondissime e montagne che si tuffano dritte nell’oceano, uno spettacolo che la pioggia rende ancora più drammatico. Gli altopiani mi accolgono con un paesaggio quasi scozzese: nebbia bassa, vento, prati ondulati e mucche che camminano pacifiche sulla strada, completamente indifferenti al traffico e alla pioggia. Un colpo d’occhio surreale e bellissimo.
Quando arrivo ad Achada do Teixeira, la base per il trekking PR 1.2 verso il Pico Ruivo, la pioggia finalmente smette. Il cielo resta grigio e mutevole, ma non si può avere tutto. Questo tratto è completamente diverso dalle levadas: una salita graduale che porta al punto più alto dell’isola, attraverso creste e versanti battuti dal vento. Le nuvole oggi giocano a rincorrersi, coprendo e scoprendo a tratti i panorami. Quando si aprono, il colpo d’occhio è spettacolare: si vedono le montagne sfilare a perdita d’occhio e, più in basso, l’oceano che sembra respirare insieme all’isola. Quando invece si richiudono, il sentiero diventa intimo, quasi sospeso. È come camminare dentro una bolla.
La stanchezza, dopo due trekking e un giro intero dell’isola, potrebbe farsi sentire. Invece no. Sulla via del ritorno decido di fermarmi ancora, a Santana, il paese famoso per le sue casette tradizionali con il tetto di paglia. Sembrano uscite da una fiaba: piccole, triangolari, dai colori vivaci, con porte rosse e cornici bianche. Un tempo erano abitazioni contadine, costruite così per resistere al clima umido e al vento dell’isola. Oggi molte sono state restaurate e conservate, diventando uno dei simboli più riconoscibili di Madeira. Passeggiare tra queste case è un salto indietro nel tempo, un contrasto dolce con la modernità dei centri costieri.
Rientro a Funchal con i vestiti ancora umidi ma con la testa piena di immagini. La pioggia, le cascate, la costa frastagliata, le nuvole sul Ruivo, le case di Santana. Oggi Madeira mi ha mostrato la sua versione più ruvida e affascinante, quella che non ha bisogno di giornate perfette per essere memorabile.
Album fotografico Madeira #5: Levadas da 25 Fontes, Pico Ruivo e Santana
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