martedì 30 dicembre 2014

Hattori Hanzo & Hokuto

Una volta che gettons (d'ora in poi lo chiameremo "il siesta") decise di svegliarsi, uscimmo in quel che fu la serata di ieri. Ho perso il conto e sembra tutto molto lontano, quindi e' bene ripartire da dove ci eravamo lasciati. Nella mia uscita in solitaria provo a capire qualcosa sul come funzioni la metropolitana: e' un casino (le linee non appartengono ad una sola compagnia), ma con l'esperienza si migliora. Ci proiettiamo comunque a Shinjuku, scegliendo di vivere il Golden Gai e cercare qualcosa per mangiare. Il palazzo e' abbastanza fico, colorato al neon e con l'ascensore che da' sull'esterno. Aggiudicato. Purtroppo non siamo ancora in grado di capire bene la lingua e ci infiliamo per sbaglio in un ristorante cinese dove digerisco il peggior crudite' di pollo che abbia mai mangiato. La notte comunque prosegue, nel quartiere ed in quelli limitrofi giusto per per fare esercizio con la metro. Alcuni imbonitori che ci consigliano delle "choie" o simili, ma pare di essere in alcune vie di Amsrerdam che danno sul commerciale. Torniamo alla base stanchi, ma questa mattina sveglia di buon ora. Ancora Shinjuku in quanto abbiamo appuntamento all Hyatt Regency per essere trasportti in giro per la citta'. Era l'unico modo per poter salire sullo Sky Tree, e la pena e' quella di dover ascoltare la nostra guida che non si cheta mai. Ma saltare una fila abnorme per salire a 450 metri e godersi il panorama totale e'una buona ricompensa. C'e' spazio anche per un assaggio veloce di Electric Town e Ginza, mentre ci fermiamo a visitare il tempio Sensoji : buddismo, calma e tranquillita' in contrasto con una megalopoli di questo genere. Avessi fatto maggiore attenzione nelle settimane scorse avrei imparato il "nam myoho renge kyo" e lo avrei provato a recitare. Terminato il tour e' la volta dell'isola artificiale di Odaiba , location fondamentale per fotografie (anche senza luce) suggestive ed ammirare installazioni natalizie a base di LED. Per la cena ci pensa Paul: entriamo in un locale tipico (piu' di quelli di Sanpei e Forza Sugar) che si rivela essere il non plus ultra di autenticita'. Menu' solo in lingua autoctona, manco un hello da pronunciare, brutti ceffi seduti ai tavoli, lanterne appese al soffitto, fumi e odori alla Blade Runner. Questa cena da sola vale il prezzo del biglietto aereo, La serata si conclude tardi dopo Ropponji e Cisco giapponese. Sayonara, alla prossima.

Foto (giorno 30 dicembre)

Video:


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