sabato 19 novembre 2016

The Hateful Eight (2015)




Regia: Quentin Tarantino
Anno: 2015
Titolo originale: The Hateful Eight
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (7.9)
Pagina di I Check Movies
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Ogni volta che esce un film di Tarantino c'è un hype pazzesco: non solo da parte dei fan, ma anche per i critici di ogni genere. Io, pur rientrando nella prima cerchia, cerco di attendere qualche mese per godermi la visione con tutta calma, ma parto comunque con molte aspettative. E c'è da dire, che restare delusi è difficile. In questo caso, come in altri, Tarantino dimostra di fare di testa sua, omaggiando un genere (il western in questo caso, anche se è un po' riduttivo) riempiendolo dei suoi inconfondibili marchi di fabbrica: dall'essenza gore o pulp ai dialoghi potenti. Senza ogni dubbio ed oggettivamente si può tranquillamente dire che la superficialità in questa pellicola non è mai di casa. Nè nel lungo inizio all'interno della carrozza nè nel finale con ritmi accesi. Mai. E nella trama ritroviamo un pallino nel pallino del regista: l'inserimento di un elemento storico all'interno della sua pellicola. Se in Bastardi Senza Gloria era la Seconda Guerra Mondiale ed in Django Unchained la schiavitù qui lo sfondo, evidenziato esclusivamente dai dialoghi, è la Guerra di Secessione Americana. Questo affresco non ci abbandonerà dall'inizio alla fine. Lo schema è poi vario e non segue un percorso semplice: ci sono dei capitoli, compare una voce narrante, arrivano i flashback, eppure ancora una volta sono i dialoghi ad interagire in maniera quasi maniacale con le immagini. Salvo piccole eccezioni infatti le location sono ambienti chiusi, stretti, limitati in cui l'azione può essere ridotta all'osso (e questo pazzo scatenato usa 70 mm Panavision), ma sono più che sufficienti affinchè i protagonisti possano raccontarci le storie all'interno della storia. Storie inventate o reali, ingrandite, menzognere, tristi, ma sempre storie diverse che creano un puzzle a cui lo spettatore si aggrappa. Un puzzle di quelli tridimensionali o più simile ai vecchi giochi di legno, perchè non c'è niente di piatto, niente di semplice. E Tarantino ancora una volta vince, usa per i suoi spunti le cose migliori, le riadatta, le reinventa, le modella secondo le sue personali esigenze. E vince appunto. 
La versione steelbook italiana invece fa il contrario: non vince. Di positivo c'è solo il metallo. L'artwork sul fronte riprende la copertina originale, mentre il retro presenta i dettagli del film stampati con tanto di bollino SIAE appiccicato. Il video ha una resa perfetta, però quando ti aspetti 10 il minimo deve essere 10 e questo vale anche per l'audio DTS HD Master Audio che riesce a farti soffiare il vento fin dentro le orecchie. Il mio disappunto va per la versione presente nel disco: quella tagliata di venti minuti rispetto al cinema. Maremma troia, senza troppi giri di parole: fate uscire per l'home video qualcosa di tagliato? Senza gli extra relativi? Siete da galera. Vi sputo in un occhio quando ho il raffreddore. E gli extra sono pochi e neanche troppo interessanti:

  • Trailer
  • Featurette (22 minuti)
  • Musiche da Oscar (3 minuti)
  • 70mm Worldwide (8 minuti)
  • B-Roll (9 minuti)

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