Ci sono dischi che ti passano accanto mille volte senza bussare davvero alla porta. E poi, un giorno, quando meno te lo aspetti – forse perché sei più vecchio, o solo più disposto ad ascoltare con attenzione – entrano in casa, si siedono accanto a te e ti dicono: "Parliamo di morte. Ma senza paura."
Ecco cosa è successo con Agents of Fortune.
Avevo sempre conosciuto i Blue Öyster Cult solo per nome, quei dischi con copertine bizzarre che affollavano i negozi anni fa. Li avevo archiviati troppo in fretta, distratto da altre ossessioni più rumorose. Poi un giorno, per caso o per noia o per destino, è partita "(Don't Fear) The Reaper". E lì si è aperto un mondo.
Certo, tutti credono di conoscere The Reaper. Sta nelle compilation, nei film, persino nelle parodie. Ma pochi la ascoltano davvero.
Il suo arpeggio iniziale, con quella chitarra sognante e ipnotica, è come una mano leggera sulla spalla: rassicurante e inquietante allo stesso tempo. La voce di Buck Dharma ti parla con una calma spiazzante, quasi da sonnambulo: "Seasons don't fear the reaper, nor do the wind, the sun or the rain..."
Poi arriva quel passaggio, quello che mi fa sempre venire i brividi.
"Romeo and Juliet are together in eternity..."
Un’immagine potentissima. Non solo perché evoca l’amore che sfida la morte, ma perché te la presenta come qualcosa di naturale, quasi desiderabile. Una continuità, non una fine. Un’idea pericolosa, forse. Ma anche romantica in un modo che solo chi ha vissuto qualche inverno può capire.
E qui entra il punto: non è una canzone sul suicidio. È una riflessione poetica sull’accettazione dell’ineluttabile. Sulla possibilità che la morte non sia un nemico, ma un passaggio, un viaggio da fare in due. O almeno, da non temere.
Il resto dell’album è solido, curioso, a tratti perfino bizzarro – con echi di hard rock, psichedelia e ironia noir. Ma The Reaper è un unicum. Un manifesto esistenziale nascosto sotto forma di hit radiofonica.
E ogni volta che parte quel giro di chitarra, mi ricorda che ho ancora molto da scoprire. E che la musica, quella vera, non ha età.
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