lunedì 28 luglio 2025

GNU #5: Punta Falcone e via dei Cavalleggeri

 


Ci sono sere in cui Piombino si regala senza fretta. Basta saperla prendere per il verso giusto, o almeno per il sentiero giusto. Stavolta ho indossato i panni (sporchi ma dignitosi) di GNU – Guida Non Ufficiale – e ho accompagnato un mini gruppetto di amici e anime affini lungo una delle soluzioni più comode, tranquille e meritevoli del nostro amato promontorio: l’escursione al tramonto tra Punta Falcone e Fosso alle Canne, con piccola deviazione balneare sulla Via dei Cavalleggeri.

Il pomeriggio è partito dal Parco di Punta Falcone, zona ancora troppo poco conosciuta per il valore che ha:  ora rifugio perfetto per chi vuole unire bunker, storia, affacci sul blu e qualche lezione di geologia compressa nelle rocce. Ci siamo arrampicati (si fa per dire, è un percorso per tutti) tra i sentieri che portano ai vecchi osservatori costieri e alle terrazze che guardano l’Elba in faccia, con Capraia che si stendeva pigra all’orizzonte. Lì il tempo si ferma un attimo – o almeno fa finta di farlo.

Poi, senza fretta, ci siamo incamminati sulla Via dei Cavalleggeri, quel tratto iniziale che parte comodo e si infila nel verde a picco sul mare, fino alla spiaggia lunga: pausa relax ebpausa chiacchiere. Il sole intanto iniziava il suo lento inchino dietro il profilo delle isole, e ci siamo avviati verso la vera protagonista della giornata: Fosso alle Canne.

Qui il tempo ha fatto la sua parte e ci ha ricompensati con un tramonto spettacolare. Rosso, oro, arancio, tutti i cliché, ma dannazione, funzionano sempre. Mentre il cielo si trasformava in un quadro di Turner (senza la noia da museo), abbiamo tirato fuori l’aperitivo portato da casa, che sembrava quasi più buono in quel contesto. 

La cena improvvisata tra risate e racconti, con vista mare e rumore delle onde, ha chiuso il cerchio. O meglio, lo ha chiuso il ritorno al buio, armati di torcette frontali come piccoli esploratori metropolitani, lungo lo stesso sentiero che, nella penombra, sembrava un altro. I suoni del bosco, le ombre tra i rami, e quell’aria leggera di luglio che sa di sale e di stanchezza buona.

Una serata semplice, senza bisogno di grandi attrezzature né di fiato da capre alpine. Una passeggiata, sì, ma con vista, con anima, con quel tocco di magia che Piombino sa regalare a chi si ferma davvero a guardarla.



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