lunedì 17 novembre 2025

Radiohead - OK Computer

 A highly edited image of a highway. In the top left corner is written "OK Computer", with text beneath reading "Radiohead".
Autore: Radiohead
Anno: 1997
Tracce: 12
Formato: CD
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Sabato pomeriggio Roikin invia un articolo sulla scaletta dell'ultimo loro concerto a Bologna, e la sera con un amico in comune ne abbiamo parlato, ascoltando Creep durante l'aperitivo. Il mio album preferito però resta OK Computer, quello con cui ho conosciuto il gruppo ed a cui sono più legato. 

Ci sono album che ascolti, album che ami e poi ci sono quelli che, senza chiederti il permesso, si piazzano al centro della tua vita musicale. OK Computer appartiene alla terza categoria: non è solo il disco per me più importante dei Radiohead, è un punto di svolta nella storia del rock contemporaneo e, diciamolo pure, uno di quelli che continuano a parlare anche oggi, con una lucidità quasi inquietante.

Fin dall’attacco di Airbag, capisci che sei altrove: non c’è la fretta del britpop, non c’è la rabbia alternativa americana. C’è un mondo che si sfalda lentamente, raccontato con una calma glaciale e un’eleganza che non ha bisogno di trucchi. I Radiohead prendono la paranoia urbana, l’ansia tecnologica, il sentirsi osservati e fuori posto, e ne fanno un paesaggio sonoro che è quasi terapeutico nella sua malinconia.

Il cuore emotivo dell’album — almeno per chi scrive, e so di non essere il solo — è Karma Police. Una ballata vendicativa e dolcissima, in cui la voce fragile di Thom Yorke sembra pronta a crollare e invece rimane lì, sospesa, fino a quella coda finale da brividi: “For a minute there, I lost myself.” È una resa, un’epifania, un abbraccio al proprio lato più vulnerabile. Ed è una delle canzoni più iconiche dell’intera discografia dei Radiohead.

Attorno a questo picco emotivo, però, c’è un album costruito con una precisione chirurgica. Paranoid Android resta una mini-suite impazzita e geniale, un viaggio dentro un cervello sovraccarico. No Surprises ti culla con una ninna nanna che parla di burnout e resa. Let Down sembra fluttuare sopra una città grigia all’ora di cena. Ogni brano è un tassello di un mosaico perfetto: un disco che non chiede skip, ma ascolto.

OK Computer è malinconico, sì, ma non dispersivo. È figlio del suo tempo e al tempo stesso lo supera. È il lavoro che ha trasformato i Radiohead in una band imprescindibile, capace di mettere insieme tecnologia e umanità, freddezza e compassione.

Per una collezione come VER, che non si limita a conservare ma vuole interpretare, questo album è un cardine. Non solo un capolavoro da risentire ogni tanto, ma un promemoria di come la musica riesca ancora a raccontare il mondo quando il mondo fa un po’ fatica a raccontarsi da solo.

Un disco totale. E sì: il migliore dei Radiohead. Anche senza bisogno di spiegarlo troppo.


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