Visualizzazione post con etichetta satira. Mostra tutti i post
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sabato 15 marzo 2025

Mickey 17 (2025)


Regia: Bong Joon-ho
Anno: 2025
Titolo originale: Mickey 17
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Piove. Forte. La Toscana è sotto assedio, mi saltano due escursioni e così ne approfitto per andare al cinema, dove trasmettono un film con clonati, sfruttati e (forse) ribelli.
Bong Joon-ho torna alla fantascienza con Mickey 17, un film che mescola satira sociale, filosofia sull’identità e un pizzico di ironia, il tutto condito da un’estetica curata e una regia solida. Basato sul romanzo Mickey7 di Edward Ashton, il film racconta la storia di Mickey Barnes (Robert Pattinson), un "impiegato sacrificabile" in una missione spaziale colonizzatrice. La sua funzione? Morire e farsi rimpiazzare da un clone ogni volta che la situazione lo richiede.

L’idea di base è tanto inquietante quanto affascinante: un uomo che sa di essere solo una copia tra tante, ma che inizia a chiedersi se abbia un’identità unica e un valore reale. Pattinson regge bene il ruolo, alternando momenti drammatici a un’interpretazione che gioca con l’assurdità della situazione. La sua espressione perennemente tra lo spaesato e il rassegnato è perfetta per un personaggio che sa di essere sostituibile come una batteria scarica.

Come in Snowpiercer, Bong Joon-ho usa la fantascienza per parlare di sfruttamento e ingiustizia sociale, ma qui il tono è più leggero e a tratti ironico. La crudezza dell’idea – un uomo mandato costantemente a morire senza troppe cerimonie – è mitigata da una sceneggiatura che inserisce momenti di black humor e situazioni quasi grottesche. Questo equilibrio tra critica sociale e intrattenimento è uno dei punti di forza del film che lo rende godibile a tutti.

Visivamente, Mickey 17 offre ambientazioni fredde e asettiche, perfettamente in linea con la sua premessa distopica. La colonia spaziale è un mondo opprimente, dove l’umanità sembra ridotta a ingranaggi in un meccanismo impersonale. Eppure, non manca un certo senso di meraviglia per l’ignoto, un elemento che avvicina il film più alla fantascienza classica che al puro cinismo distopico.

Per chi ama la fantascienza con una buona dose di riflessione (Blade Runner, Moon, Ex Machina), Mickey 17 è un’esperienza da non perdere. Magari non rivoluziona il genere, ma riesce a essere intrigante, visivamente accattivante e persino divertente nel suo cinismo. In un’epoca in cui i blockbuster di fantascienza tendono a essere o troppo seriosi o troppo superficiali, Bong Joon-ho trova un equilibrio che lo rende un regista sempre interessante da seguire.

Pur non avendo letto il libro, ho avuto la sensazione che il film, anche mantenendo un’impronta intrigante e ben realizzata, smorzasse troppo i toni della sua distopia. Se la crudezza della premessa fosse stata resa in modo più diretto e spietato, probabilmente avrei apprezzato ancora di più il risultato finale. Ovviamente, è un parere puramente soggettivo, ma avrei preferito un impatto emotivo più forte, che facesse percepire con maggiore intensità l’orrore della condizione di Mickey.


 

sabato 25 maggio 2024

Tuttobenigni Dal Vivo (1983)

 
Regia: Giuseppe Bertolucci
Anno: 1983
Titolo originale: Tuttobenigni Dal Vivo
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (7.7)
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Il Benigni "da teatro" non mi è mia piaciuto. Soprattutto il primo, quello raccontato in questo montaggio di inizio anni ottanta. Certo, preso da esempio in futuro da molti, ma comunque caciarone e caotico anche per me che sono toscano. Mi piace di più ad esempio il secondo Tuttobenigni di metà anni novanta, che lo trovo a me più vicino, anche se si tratta di un unico spettacolo. Qui invece il montaggio utilizza spezzoni diversi, alternati ad interviste e così via. Magari il materiale, essendo vecchiotto, visto e rivisto non riesce a dare le stesse sensazioni comiche di un tempo. Anche se alcuni cavalli di battaglia come l'Inno del corpo sciolto e la satira pungente possono essere divertenti, l'andazzo è un po' ripetitivo. Ma il problema sta solo nel fatto che si tratta di spettacoli di quaranta anni fa. L'edizione in bluray mi è stata regalata da CG, ma anche questo formato non aggiunge nulla da punta di vista qualitativo, neanche con la traccia audio stereo LPCM.

domenica 6 agosto 2023

Fascisti Su Marte (2006)

 
Regia: Corrado Guzzanti, Igor Skofic
Anno: 2006
Titolo originale: Fascisti Su Marte
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.7)
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Fascisti Su Marte è un po' tante cose tutte insieme: fantascienza, satira, ucronia, commedia. E' però soprattutto un insieme di sketch creati ad hoc per una trasmissione televisiva, e riuniti successivamente con l'aggiunta di altre scene inedite, così da formare un lungometraggio. Tengo a precisarlo perchè non sono stato tra quei milioni di persone che hanno seguito Guzzanti su Rai 3 venti e oltre anni fa. Di conseguenza non mi sono deliziato con i siparietti satirici e mi sono visto questa pellicola partendo da zero. Bella sorpresa quindi quando ho capito che si trattava interamente (all'inizio pensavo che così fosse soltanto il prologo) di un falso documentario che parodiava i vecchi cinegiornali dell'Istituto Luce. Ganza e bella idea, soprattutto fatta bene. La voce narrante che ci accompagna dall'inizio alla fine è a dir poco geniale nella ricostruzione del racconto utilizzando sempre termini e vocaboli datti ad un storia di stampo fascista. Purtroppo però a lungo andare diventa pesante e rasenta la noia e ti fa un po' sbadigliare, come hanno fatto le aliene.

sabato 25 dicembre 2021

Don't Look Up (2021)

 
Regia: Adam McKay
Anno: 2021
Titolo originale: Don't Look Up
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
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Iniziato a guardare senza averne visto il trailer o le varie pubblicità, di conseguenza non sapevo cosa aspettarmi, eccezion fatta per un cast stellare che vede oltre a Di Caprio, Jennifer Lawrence e Meryl Streep anche Adriana Grande, Jonah Hill, Rob Morgan, Cate Blanchett ed una serie di nomi noti in piccole o più sostenute parti. Così dopo i primi minuti credevo di aver a che fare un moderno Armageddon, ma proseguendo era chiaro  l'intento ironico e satirico (un po' come nel vecchio Mars Attacks! o nel recente The Hunt) che punta a sorprendere lo spettatore mettendo da parte trama, azione ed effetti speciali, ma sottolineando la contemporaneità di determinati atteggiamenti sociali e politici. Indubbio è infatti che possiamo guarda questa pellicola con gli occhi di vide e giudica altri temi decisamente attuali come il surriscaldamento globale, la questione ecologica del pianeta e soprattutto la gestione di questa pandemia da COVID19. La regia non risparmia nessuno: che si tratti del cosiddetto popolo del web con i suoi meme istantanei per ogni argomento, o una classe politica inadeguata a sostenere le grandi dinamiche che possono sconvolgere il mondo, i media che si tuffano sul sensazionalismo smodato, la comunità scientifica che non è in grado di avere una propria autonomia e non riesce a dialogare con pubblico ed istituzioni, l'industria che punta unicamente ad un guadagno.. Don't Look Up ci mostra, a mio dire in maniera abbastanza realistica seppur volutamente impreziosita da caotici elementi di satira, cosa avverrebbe alla notizia che tra poco più di sei mesi una cometa colpisse il pianeta distruggendolo. Confusione, proclami, talk show, meme, piani per sfruttare economicamente il disastro. Lo fa con un buon ritmo che vede impiegati i numerosi volti famosi del cast da cui è composto, che si dimenano in una storia surrealista sì, ma pienamente cosciente dell'attualità nostrana. Moriremo tutti e non frega niente a nessuno, tanto andrà tutto bene ed è meglio non guardare in alto.  La regia e la sceneggiatura comunque attaccano tutti a più riprese, senza risparmio e pur usando una vena ironica, non danno (e non è loro compito) una soluzione al problema e non investono nessuno di tale carica. Che siano istituzioni o il popolo che urla e che si schiera. Il finale purtroppo è rivedibile per me, e non aggiunge assolutamente niente ai concetti che invece si susseguono per tutta la pellicola.

martedì 16 marzo 2021

Fellini Satyricon (1969)

 

Regia: Federico Fellini
Anno: 1969
Titolo originale: Fellini Satyricon
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.9)
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Film:
Tolto il dente e non ho sentito niente. E' filato tutto liscio nonostante avessi una gran paura di vedere questo film. Prima di tutto perchè Fellini è un mostro sacro del cinema , ma non è un autore semplice, quindi a causa della tua ignoranza puoi perderti lavori davvero degni di nota e restare un po' più poveretto. Poi il tema trattato, l'ambientazione e le pellicole in costume, non rientrano assolutamente negli elementi che vado a ricercare nel cinema. Insomma ero partito molto titubante e con il cuore pesante, ma c'è da dire che la rivisitazione dell'opera incompleta di Petronio è gestita in maniera tale che risulta sì, confusionario ed onirico, ma è anche piacevole da seguire. I temi trattati e che affiorano sono sorprendentemente attuali, probabilmente ancora di più nel 69 quando è uscito e riescono ad abbracciare più generi che si spostano dalla commedia all'epico, dallo storico al drammatico passando per il grottesco grazie anche ai costumi ed ai colori utilizzati per giungere fino al fantastico ed all'avventuroso. Può sembrare un lavoro sconclusionato, ma questo lo dobbiamo essenzialmente ai frammenti del Satyricon originale che ci sono arrivati e che qui sono stati riadattati e sistemati per una visione cinematografica. Resta quindi incompleto e questo è percepibile, ma anche abbastanza capibile, permettendo a regia e sceneggiatura di colmare là dove vogliono, alcune lacune e trasformare le antiche gesta di Encolpio, Ascilto e compagnia in un riflesso speculare delle rivoluzioni che stanno stravolgendo la società. Volgare e senza peli sulla lingua per numerose scene il racconto, anzi i vari racconti e le varie vicissitudini, prosegue sugli eccessi e la lussuria che se vogliamo compongono ogni epoca.

Edizione: bluray
StartUp! della CG uscita lo scorso anno per il centesimo anniversario della nascita di Federico Fellini con il solito modello del nome all'interno della Scanavo per i primi 300 partecipanti e la numerazione (io ho la 219/500) sul retro della slipcover orizzontale. Sono due gli artwork presenti, uno appunto sulla custodia ed uno sul cartoncino. La versione proposta è quella del restauro realizzato nel 2019 dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale ed Istituto Luce - Cinecittà a partire da un internegativo 35 mm e da una trascrizione del sonoro magnetico originale su nastri DA-88 messi a disposizione da Alberto Grimaldi Productions. Tracci audio, che nonostante si in stereo, è chiara e performante. Come extra, oltre ad un booklet a colori di 25 pagine abbiamo:
  • Fellinikon (35 minuti)
  • Ciao, Federico (1 ora e 2 minuti)

sabato 26 dicembre 2020

Privilege (1967)

 

Regia: Peter Watkins

Anno: 1967

Titolo originale: Privilege

Voto e recensione: 5/10

Pagina di IMDB (6.9)

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Film:


Opera davvero importante in cui il regista Peter Watkins precorre i tempi, andando a colpire nel segno con una prodotto distopico più che mai attuale anche adesso. Con un mix tra satira, distopia, commedia, drammatico e documentario in stile guerilla, pone l'accento sull'evoluzione dei mass media, utilizzati da istituzioni governative (e non solo) per far leva sul pubblico. La storia prende spunto dal fenomeno musicale che vedeva cantanti pop o gruppi rock essere sempre più idolatrati. Perchè non sfruttare questo successo per trasformare il volto più noto ed acclamato in un testimonial per guidare il pubblico ed quindi il popolo? L'opera di Watkins, decisamente critica nei confronti della società, è audace e si pone su di un piano terra terra mostrando al pubblico cosa sta realmente accadendo, o cosa accadrà nel futuro a partire da metà degli anni sessanta. Il sistema con cui ci viene presentato è innovativo ed accattivante, anche sbrigativo se vogliamo, ma non manca certo di mettere in risalto la visione nera e buia che ci aspetta. Del resto la visione a senso unico di determinate tematiche oggi la conosciamo davvero bene, così come l'utilizzo sfrontato di testimonial o influencer anche per scopi politici ed istituzionali, sono procedimenti all'ordine del giorno. 


Edizione: DVD

Ottava uscita, con il numero 8 sulla costolina, per Shockproof. Edizione limitata e numerata (la mia copia è la #002/100) che prevede come gadget una spilletta. E' la prima ed unica edizione italiana per il mercato home movies, la base di partenza è un 2K e la traccia italiana è una mono separata su due canali.. Gli extra decisamente affascinati:

  • Trailer
  • Introduzione di Michele De Angelis (13 minuti)
  • Corto "The Diary Of An Unknown Soldier" del 1959 (16 minuti)
  • Corto "The Forgotten Faces" del 1961 (18 minuti)

giovedì 16 maggio 2019

Il Grande Dittatore (1940)




Regia: Charlie Chaplin
Anno: 1940
Titolo originale: The Great Dictator
Voto e recensione: 8/10
Pagina di IMDB (8.5)
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Film:
Questa volta ho davvero troppo poco da dire, e so che così è semplice, ma è la realtà: come faccio a recensire un'opera di tale valore senza rischiare di sminuirla? Oddio, sarebbe un po' da stupidi o ci vorrebbe diverso impegno, a pensarci bene. Questo capolavoro del 40, è una di quelle opere satiriche che possono definirsi coraggiose, oltraggiose, mature ed irriverenti. Giustamente peraltro. Significativamente profondo senza scadere nella banale lezione di moralità. Neanche con il commovente discorso finale. Discorso rivolto all'umanità che acquista un valore di assoluto rispetto considerando il periodo in cui è stato girato il film.

Edizione: bluray
Certi lavori è giusto che esistano in bluray e rimasterizzati con questa qualità. Il bianco e nero è privo di graffi e rumori di fondo, leggermente discontinuo in alcune scene, ma il lavoro è davvero ben fatto. Pulito insomma. La taccia audio italiana pure è rimasterizzata in DTS HD MA stereo, mentre quella originale è addirittura multicanale. I contenuti extra:

  • Chaplin Today (26 minuti)
  • Le riprese girate a colori (26 minuti)
  • Charlot barbiere (8 minuti)

venerdì 29 aprile 2016

Lui E' Tornato (2015)



Regia: David Wnendt
Anno: 2015
Titolo originale: Er Ist Wieder Da
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Su certi argomenti non si scherza!!! Ed infatti non è uno scherzo. Adolf Hitler è tornato veramente. Non si tratta di un comico, o di un impostore, ma di quello vero. Ed il film di David Wnendt (basato sul romanzo omonimo di Timur Vermes) risulta geniale per come riesce ad affrontare un tema, ancora oggi scomodo. Non tanto in generale forse, ma mettiamoci anche nei panni dei tedeschi. Oggi sono lì tutti beati e tranquilli che governano l’Europa biondamente conquistata a colpi di economia ed austerità e si trovano davanti un film a metà tra il documentario improvvisato, la satira politica (purtroppo non feroce come mi sarei aspettato), la commedia irriverente e la critica alla propria società. Ci domandiamo: come farebbe Hitler a conquistare il popolo oggi? Semplicemente sempre attraverso la demagogia, i media e le emozioni. Se inizialmente si crea un legame empatico tra il nazista e lo spettatore (ricordiamoci che solo noi sappiamo che lui è il reale fuhrer), è solo perchè lo vediamo come una caricatura impotente di se stesso, conosciamo già la storia e sappiamo, o meglio crediamo di sapere, che non potrà mai avere troppo successo. Eppure, tra una trasmissione e l’altra (la tv manda in onda solo spazzatura, fin troppo semplice far leva sugli ideali politici) c’è il tempo di parlare con la gente di strada e di far visita e confrontarsi con le alte sfere dei partiti di estrema destra tedeschi (ridicolizzandoli perlopiù). Comunque Oliver Masucci è bestialotto nella parte, davvero sensazionale anche se io mi aspettavo Hitler un po’ più basso, meno massiccio e più mingherlino. Di fatto però i suoi atteggiamenti ed i suoi discorsi non fanno trapelare la pericolosità che invece comporta: è proprio uno dei motivi che lo hanno portato ad essere eletto democraticamente negli anni trenta. Grossa mazzata per i tedeschi. In quanto a noi italiani siamo molto più aperti sulla questione, possiamo sbagliare, è nel nostro DNA, lo ammettiamo, facciamo finta di niente, ci incazziamo  pure e poi continuiamo a sbagliare. Anche noi del resto abbiamo messo al potere Mussolini. E Berlusconi? Tutti a lamentarsi, ma era stato votato. E Renzi? No vabbeh lui non è stato veramente votato. Comunque tornando al film, è importante sottolineare quel profondo senso di sottovalutazione del pericolo e dell’uomo che è stato e che in fin dei conti è ancora. Ok che i tedeschi non lo considerano quello vero, ma soltanto un comico o meglio un imitatore, però a maggior ragione non dovrebbero farsi esaltare dalle sue parole. Solo l’anziana donna ebrea riconosce in lui il male, ed il popolino si ribella moralmente quando uccide un cane: i suoi discorsi di propaganda non sono quindi sbagliati per tutti, ma soltanto determinate azioni. Il problema maggiore del film, è che nonostante la genialità di fondo, non riesce ad elevarsi su di un genere ben preciso, restando in un limbo che lascia interdetti. Sicuramente consigliato, una prova di metacinema e di mockumentary anche con scene improvvisate.

martedì 2 febbraio 2016

Floppy Day

Caro Matrix, in questi giorni ho un po' di confusione in capo. Non fanno altro che parlare di Wifi, bluetooth, DLNA e varie altre sigle che ho da sempre considerato poco serie. Come ben sai noi Floppy esistiamo da sempre (che IBM sia lodata) ed è tutto, dico tutto, sempre funzionato bene: ci infiliamo nei driver ed il gioco è fatto. Siamo creati per portare dati ovunque e come noi i CD, i DVD, i Bluray, le pennine. Funzioniamo tutti nello stesso modo: ci infili nelle apposite porte ed il gioco è fatto. Niente di più semplice. Abbiamo avuto tempi difficili certo, anche per colpa di quella Apple del peccato che ha osato fare a meno di noi. Beh i californiani sono sempre stati un po' troppo libertini per i miei gusti, ma si sa, ogni tanto fa tendenza volere essere diversi. Ma ora!!! Ora non c'è più religione: gli smartphone si accoppiano tra loro con il bluetooth ed NFC. Addio sicurezza, un continuo scambio di virus, mentre noi siamo ovviamente più sicuri. Poi i notebook via wifi a quei router, con collegamenti promiscui che generano insicurezza ed un traffico non indifferente, Io non ne posso proprio più. Voglio dire, tra di loro facciano pure quello che vogliono, ma i File no! Quelli no davvero: non capisco perchè debbano poter passare da un dispositivo all'altro senza dover usare una semplice scheda SD installabile ovunque. Spero tanto che la legge sui collegamenti non fisici possa essere bloccata. Ho anche sentito parlare che alcuni pazzi mettono i propri File sul Cloud e che poi si collegano ed esso per poter accedere a quei dati. Roba da manicomio, noi siamo gli unici, veri onesti portatori di file. Non possiamo certo permetterlo giusto? Perchè se tutti si potessero collegare sia in maniera fisica che con il WIFI il mondo informatico andrebbe in malora vero? Gli hard disk smetterebbero di esistere e le memorie interne pure, ne sono certo. Vero? Pensa che schifo se una persona potesse usare entrambe le cose.

sabato 9 agosto 2014

Iron Sky (2012)


Regia: Timo Vuorensola
Anno: 2012
Titolo originale: Iron Sky
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.0)
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Questo film per me è palesemente una boiata. Ma non lo dico superficialmente: nonostante il trailer, mi aspettavo qualcosa di comico o ironico e poco credibile piuttosto che un blockbuster di fantascienza, quindi il mio giudizio non si limita alla trama, che tutto sommato è uno dei punti migliori. In pratica nel 1945 alcuni nazisti fuggono dalla Germania e si rifugiano sul lato oscuro della Luna. E oggi decidono di tornare sulla Terra per invaderci grazie alla potente macchina da guerra tedesca. Idea interessante devo dire e non proprio da buttare, anche se non attualissima. Però i tempi sono anche abbastanza maturi per poter parlare di nazismo. Invece l'idea di dargli una veste comica ed ironica, con una satira che lascia molto amaro in bocca, la boccio completamente. Non è una satira rivolta verso il mondo nazista, ma soprattutto verso gli Stati Uniti e l'ONU, che a mio avviso non sono neanche lontanamente paragonabili a ciò che fecero i grandi teutonici una settantina di anni fa. Il lato ironico e comico è ben studiato con un neGro come protagonista che viene proprio catturato sulla luna dagli ariani ed "albinizzato" per renderlo più simile a loro. Gli spunti interessanti e quasi divertenti non mancano (un manipolo di soldati torna sulla Terra per impossessarsi di tablet e smartphone , dotati di processori molto performanti) ed il dissacrare parte della politica moderna risulterebbe simpatico in altri contesti e in un altro genere di pellicola. I clichè che dovrebbero rappresentare la struttura nazista sono messi in ombra, rispetto in confronto alle scene che riguardano i politicanti terrestri. Addirittura fa più scalpore l'atomica lanciata contro i "cattivi", piuttosto che gli asteroidi contro New York. Insomma, magari non è il caso che i tedeschi (o i finlandesi - che tanto sarebbero stati tedeschi pure loro) ci facciano troppa morale, soprattutto là dove ci sono tanti soldatini biondi che scattano sull'attenti al saluto di Hail Hitler. Visivamente però è un bel vedere, altra ragione per cui mi dispiaccio ancora di più: molta fatica e soldi (forse non troppi) che sarebbero stati meglio sprecati con una trama più lineare e più seria. Anche perchè può essere fantastico quanto ti pare, ma il tutto è colmo di errori e arrangiamenti, a partire dalla brevissima distanza che ci separa dal nostro satellite, alle numerose esplosioni nello spazio. Ganzetto solo per chi vuole definirsi contrario al politically correct, ma si fa fregare da chi in un certo modo mette in secondo piano le brutture del nazismo.

martedì 22 ottobre 2013

Horse Feathers - I Fratelli Marx Al College (1932)


Regia: Norman Z. McLeod
Anno: 1932
Titolo originale: Horse Feathers
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.6)
Pagina di I Check Movies

Altra pietra miliare della comicità dei Fratelli Marx, conosciuto anche con il titolo di Piume Di Cavallo per restare collegati all’originale americano. E’ una pesante e per niente velata satira nei confronti del sistema universitario a stelle e strisce dell’epoca, decisamente surreale e caotico. Come per altri loro lavori abbiamo uno stato d’arte confusionario a tratti nevrotico che anticipa, forse troppo, espedienti utilizzati poi decenni a seguire. Preso oggi resta complicato, preso allora risulta avveniristico. E’ il mio secondo film dei Fratelli Marx e se dovessi dire che mi fanno crepare dalle risate sarei bugiardo. Del resto per capire bene i lavori di satire credo si debba essere abbastanza informati sulla vittima designata, in questo caso la cultura universitaria USA anni trenta. Il resto sono simpatiche gag e battute che hanno davvero, e non lo dico per dire, una marcia in più. Magari anche copiate in centinaia di altre occasioni da comici più vicini ai giorni d’oggi di quanto potessero essere loro. Le parti cantate in stile musical, sebbene servano più che altro da collante, poi non le sopporto e mi fanno scendere un po’ la simpatia che provo il gruppo di fratelli. Forse però all’epoca non potevano fare altrimenti. Mi resta da capire se la satira sia usata da pretesto per le innumerevoli e rocambolesche scene comiche, oppure queste siano strettamente legate alla trama ed al tema di fondo.

giovedì 3 maggio 2012

Il Dottor Stranamore, ovvero: Come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba (1964)


Regia: Stanley Kubrick
Anno: 1964
Titolo originale: Dr. Strangelove or: How I learned to stop worrying and love the bomb
Voto: 7/10
Pagina di IMDB
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Una delle migliori satire politiche di sempre è opera del maestro Kubrick. Semplice senza risultare leggera ed impegnata pur non essendo impegnativa. Se non fosse per il bianco e nero della pellicola, unico indizio degno di nota, si potrebbe confondere con qualche altra opera, non dico contemporanea, ma in parte più vicina ai nostri giorni, tanto è frizzante e moderna la prospettiva di una guerra totale tra due super potenze. Oggi è un qualcosa di decisamente più lontano, la lotta al terrorismo e la globalizzazione economica pongono l'accento su altre questioni, non per questo però non è apprezzabile in toto. Anzi, proprio grazie anche al distacco con cui possiamo vivere la situazione narrata, le gesta esposte da Sellers risulteranno ancora più chiare e più cupe (passatemi il contrasto). I nemici cambiano, ma i timori restano insomma, siamo ben vaccinati. La scelta dei dialoghi è perfetta in quanto lo spettatore li percepisce come surreali, ma al tempo stesso hanno una loro immediatezza tipica dell'umorismo nero. Kubrick riesce ad estrapolare il drammatico, mascherandolo con una vena ironica che non è da tutti. Oggi sono cose già acquisite, ma nel 1964 il fatto di arrivare alla distruzione totale del pianeta per mezzo di un unico errore (o un'unica volontà) facevano parte del terrore quotidiano, ed il raccontare queste paure con una sorta di irriverenza in parte divertente in parte drammatica non è certo semplice. Il cinismo che sta alla base della ricetta si diffonde nell'animo di chi, seduto sulla sua poltroncina, aspetta l'intrigo finale, atomizzato da una bomba di suspense. Beffardo in ogni scena ed ogni dialogo. Imperdibile per chi vuol rivivere un corpo a corpo nucleare coi russi [cit.] dove nella pratica non esistono davvero buoni e cattivi, ma soltanto imbranati. E questi, nella loro spietatezza ed arroganza, hanno in mano il destino dell'umanità., tanto più che il Dottor Stranamore racchiude in sé lo spauracchio passato della guerra mondiale. Abbiamo un perverso pentolone in cui l'assurdo diviene la certezza del collasso globale, con personaggi matti, ingombranti, schizzati o idioti. Non è una pellicola contro la guerra, ma contro chi la usa.

martedì 10 gennaio 2012

Brian di Nazareth (1979)


Regia: Terry Jones
Anno: 1979
Titolo originale: Life of Brian
Voto: 7/10
Pagina di IMDB
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Commedia divertente, originale ed intelligente. I Monty Python hanno osato davvero tanto se pensiamo a quest'opera di oltre trenta anni fa. Un'audacia non indifferente per scherzare, senza volgarità sulla religione, la politica e la storia. A volte basta poco, anche una manciata di sterline, nessun tipo di effetto grafico, costumi decisamente e volutamente ridicoli. Pochi attori per tanti personaggi, che si scambiano e si alternano, fanno del gruppo comico inglese una sorta di circo itinerante da teatro. Un racconto unico, ma compost da diversi sketch, ben studiati, non esilaranti, ma con quell'ironia nascosta spremuta da menti geniali. Dal punto di vista della satira religiosa, a mio avviso non c'è niente di offensivo. Almeno ai giorni d'oggi. La figura chiave di Brian ha come sfondo gli avvenimenti di Gesù, ma si punta l'obiettivo sul lato umano, non sulla figura mistica. Proprio per questo volgarità e blasfemia sono un qualcosa di veramente lontano all'interno del film. Scherzano su tutti: dagli imperialisti al fronte rivoluzionario, dagli ebrei a fedeli in cerca di un Messia. Battute fini, sottili che richiamano allo schiamazzo, soltanto ad un sorriso intelligente. Situazioni ridicole e messe in ridicolo così per mostrare il volto alle volte ottuso dei nostri comportamenti. Tra una risata e l'altra c'è lo spazio per pensare, meditare con la propria testa, senza dover seguire il gruppo o la voce più forte del coro. Una delle migliori commedie satiriche di sempre.

venerdì 11 settembre 2009

Stefano Benni - Terra!




Autore: Stefano Benni
Anno: 1983
Titolo originale: Terra!

Voto: 2/5
Pagine: 320
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Trama del libro e quarta di copertina:

Un romanzo, un viaggio, un divertimento scatenato. E ormai, un caso letterario: arriva in edizione economica, mentre sono in preparazione le traduzioni americana, tedesca, francese, spagnola, olandese, svedese e perfino giapponese.E' l'anno 2156: da una Parigi sotterranea e da un mondo ghiacciato dalle guerre nucleari, parte un'incredibile corsa spaziale, verso una nuova Terra più vivibile. Contro la Proteo Tien, la scassatissima astronave sineuropea, e il suo ancor più scassato equipaggio, scendono in campo due colossali imperi: l'Impero militare samurai, con una miniastronave su cui un generale giapponese guida sessanta topi ammaestrati, e la Calalbakrab, la reggia volante del tiranno amerorusso, il Grande Scorpione. Intanto a terra, per risolvere un mistero legato alla civiltà inca, si affrontano Fang, un vecchio saggio cinese, e Frank Einstein, un bambino di nove anni genio del computer. La chiave del mistero inca del 'cuore della terra' è anche la chiave del viaggio nello spazio. La discesa nelle viscere della montagna peruviana di Fang ed Einstein apparirà ben presto legata in modo magico e oscuro al viaggio della Proteo negli orrori e nelle allucinazioni dei Pianeti Dimenticati. Storie parallele e profezie, streghe astronaute e uomini serpente, geroglifici e slang spaziali, indovini e pirati, minestre misteriose e rivolte rock, sirene e computer con l'esaurimento nervoso si intrecciano in questo romanzo che fa invadere dagli eroi della vecchia avventura lo scenario della nuova avventura tecnologica. La scienza, la fantasia, la filosofia si arrestano davanti al mistero di una civiltà antichissima, e sfidano i potenti di un mondo guerriero.Riusciranno i nostri eroi ad aprire le quindici porte? Riusciranno a raggiungere il pianeta della mappa Boojum? Riusciranno a trovare, per la seconda volta, la Terra?

sabato 5 settembre 2009

George Orwell - La Fattoria Degli Animali




Autore: George Orwell
Anno: 1945
Titolo originale: Animal Farm
Voto: 5/5
Pagine: 125
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Trama del libro e quarta di copertina:

Gli animali della fattoria Manor decidono di ribellarsi al padrone e di instaurare una loro democrazia. I maiali Napoleon e Snowball capeggiano la rivoluzione che però ben presto degenera. Infatti Napoleon, dopo aver bandito Snowball, introduce una nuova costituzione: "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri". La dittatura e la repressione fanno riappacificare gli animali con gli uomini che ormai non appaiono più agli ex rivoluzionari molto diversi da loro.

mercoledì 17 giugno 2009

Douglas Adams - Guida Galattica Per Gli Autostoppisti


Autore: Douglas Adams
Anno: 1979
Titolo originale: The Hitchhiker's Guide To The Galaxy
Voto: 2/5
Pagine: 212
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Trama del libro e quarta di copertina:

Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione...

mercoledì 8 aprile 2009

Daniel Pennac - Il Paradiso Degli Orchi




Autore: Daneil Pennac
Anno: 1985
Titolo originale: Au Bonheur Des Ogres
Voto: 2/5
Pagine: 202
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Trama del libro e quarta di copertina:

Un eroe, Malaussène, che come lavoro fa il "capro espiatorio". Una famiglia disneyana, senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una "zia" maschio protettrice di vecchietti, ladri e travestiti brasiliani, una "zia" femmina super-sexy, ritratto irresistibile del giornalismo alla "Actuel", una misteriosa guardia notturna serba, un cane epilettico. Questa esilarante banda di personaggi indaga su una serie di oscuri attentati, sull'orrore nascosto nel Tempio del benessere, un Grande Magazzino dove scoppiano bombe tra i giocattoli e un Babbo Natale assassino aspetta la prossima vittima. Un'altalena tra divertimento e suspense, tra una Parigi da "Misteri" di Sue e una Parigi post-moderna dove proliferano i piccoli e grandi "orchi" che qualcuno crede estinti. Degli orchi si può ridere o si può tremare. Uno scrittore d'invenzione, un talento fuori delle scuole come Pennac, non ha certo paura di affrontarli con l'arma che lui stesso così definisce nel libro: "l'umorismo, irriducibile espressione dell'etica".

Commento personale e recensione:

Questa volta non è stata solo colpa di Roikin che me lo ha consigliato e regalato (assieme agli altri libri della saga). Questa opera mi era già stata consigliata anche da altre persone. Ho letto moltissimi pareri e commenti positivi a riguardo, ma io invece ne son rimasto un po' deluso. Beh, si sa: i gusti son gusti. Forse non lo ho apprezzato pienamente perchè lo ho letto mentre ero influenzato e febbricitante, ma ho trovato l'ironia di Pennac divertente solo nelle prime pagine. poi un po' forzata e sterile. La storia in sè non è malaccio, ma neanche niente di così trascendentale. Surreale, allucinante e scritto con leggerezza, ma anche elaborato in certi punti. Non so, spero di potermi ricredere con i lavori successivi, che però leggerò tra un bel po'.