sabato 3 maggio 2025

Epidauro, relax e Nauplia #2

 


Ultimo giorno in Grecia. Nonostante un po’ di stanchezza che comincia a farsi sentire e qualche questione burocratica da risolvere (tra cui un fastidioso overbooking per il rientro di domani), oggi ho scelto di prendermela con più calma. La giornata ha un ritmo diverso: più rilassato, più osservativo, meno “storico”, ma non per questo meno significativo.

In tarda mattinata mi metto in moto per raggiungere uno dei luoghi più iconici del Peloponneso: il Teatro di Epidauro. È immerso nel verde e, nonostante il caldo bestiale finalmente arrivato, riesco a godermelo con tutta la calma che merita. Costruito nel IV secolo a.C., è considerato il teatro antico meglio conservato al mondo. E quando ti siedi in cima alla cavea e senti il rumore dei passi o delle voci arrivare nitido dal centro dell’orchestra, capisci che la sua acustica leggendaria non è affatto leggenda.
Qui un tempo si mettevano in scena le tragedie greche, ed è facile immaginare il pubblico rapito, il silenzio, la parola che risuona chiara tra marmo e pini.

Torno a Nauplia giusto in tempo per concedermi un cambio di scena: visto che il caldo è finalmente arrivato e il vento si è placato, decido di fare un salto in spiaggia.
Avevo portato il costume (buon per me), ma ho dimenticato l’asciugamano... probabilmente ad Atene, insieme a un paio di altre cose sfuggite in questa vacanza non proprio baciata dalla logistica perfetta.

Vado alla spiaggia di Arvanitias, la più vicina al centro, incastonata tra scogliere e promenade. Il mare è limpido, invitante, ma appena immergo i piedi capisco che l'acqua è gelida. Mi sposto allora a Neraki, un po’ più appartata, sperando in un miglioramento. Nulla da fare. O sono io troppo poco coraggioso, o il mare del primo maggio ha ancora bisogno di tempo per scaldarsi.

Rinuncio al bagno, ma non alla bellezza del momento. Mi sdraio su una roccia, ascolto le onde, guardo passare le barche lente. Forse era proprio questo il modo giusto di chiudere: lasciare che la Grecia si prenda il suo tempo, senza forzarla.

Il resto del pomeriggio lo dedico a gironzolare ancora per la vecchia Nauplia, senza fretta, senza una meta precisa. Cammino tra le stradine che ieri avevo lasciato in sospeso: piccole piazze, cortili nascosti, botteghe, angoli di silenzio tra i muri color ocra. La città ha un’eleganza sottile, non urlata. E oggi, senza salite né rovine da conquistare, posso finalmente apprezzarla pienamente.

Domani si torna a casa. Ma intanto, ancora per qualche ora, cammino lento, con le mani in tasca, e con il sole che finalmente picchia come si deve.

Album fotografico Epidauro, relax e Nauplia #2 


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