domenica 11 maggio 2025

Queer (2024)

A middle-aged man stares out, in front of a plain blue background.
Regia: Luca Guadagnino
Anno: 2024
Titolo originale: Queer
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.4)
Pagina di I Check Movies
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Anche questo giro al cinema (poi non dite che non ci vado eh): la mia prima volta al SEFI di Venturina. Sono andato a vedere Queer di Luca Guadagnino più per curiosità sociale che cinematografica.  E anche se, a pelle, non era il mio genere, ho accettato di provare questa nuova avventura. Per spirito di esplorazione, che non vale solo sui sentieri di montagna.

Ed è stato un po’ come entrare in una galleria d’arte contemporanea: stilisticamente impeccabile, visivamente magnetico, ma narrativamente… monocorde.

Guadagnino conferma il suo talento per l’estetica: fotografia curatissima, movimenti di camera eleganti, colonna sonora sempre al punto giusto. Ogni scena è costruita con attenzione quasi maniacale, e in certi momenti mi sono perso nei dettagli – più che nella storia.

Il problema?

La trama non decolla mai davvero. Rimane sospesa, quasi congelata in un’atmosfera rarefatta. C’è un personaggio che cerca, desidera, si illude… ma senza vera progressione. Tutto resta su un unico registro, e alla lunga l’effetto è ipnotico ma stancante. Si entra in loop, più che in un arco narrativo.

Non voglio dire che sia un brutto film. Solo che è uno di quei casi in cui l’involucro è più interessante del contenuto. Ci sono momenti belli da vedere, ma pochi da ricordare. Guadagnino sa dirigere, questo è indubbio. Ma stavolta pare più affascinato dal vestito che dalla sostanza. Inoltre è di una lunghezza disarmante, con i primi due capitoli che sono concentrati sul genere drammatico e romantico (alcune scene possono far chiacchierare, ma se i protagonisti fossero stati uomo e donna etero nessuno avrebbe detto niente), mentre il terzo e l'epico variano più sull'avventura con molte entrate nell'onirico e psichedelico.

In sintesi?

Un esercizio di stile che merita rispetto, ma non empatia. Ti guarda da lontano, e tu lo guardi allo stesso modo. Finisce, ti alzi, e ti chiedi se hai davvero visto qualcosa o solo guardato. La parte migliore della serata è stata senza dubbio la chiacchierata di fronte al kebab senza birra.


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