Dopo la full immersion tra Gradara, Tavullia e Mutonia, il pomeriggio ha preso una piega più rilassata… ma non troppo. Sono approdato a San Marino, più precisamente alla Dogana, la parte bassa della Repubblica, fuori dal centro storico vero e proprio. Niente torri, niente panorama a picco, ma una comoda base logistica per quello che mi aspetta domani: il super trekking sanmarinese, che promette salite e sentieri tra torri, boschi e confini invisibili.
Oggi però ho fatto il bravo turista e mi sono concesso un sopralluogo strategico: parcheggi individuati (non si sa mai, coi trekking bisogna giocare d’anticipo), e poi via verso il cuore alto del microstato con la tipica funivia, che da Borgo Maggiore ti spara in pochi minuti dritto dentro la cartolina.
Il centro storico di San Marino è un gioiellino, incastonato nella roccia del Monte Titano, con vicoli medievali, scorci improvvisi e quel mix affascinante tra Repubblica antichissima e turismo spinto. È un posto che sa vendersi bene, ma con orgoglio: ogni insegna, ogni bandiera, ogni torre racconta una storia di indipendenza lunga secoli. Un piccolo stato nato nel 301 d.C. che ancora oggi resiste con la propria moneta (ok è l'euro, ma lo battono loro con propri disegni) , le proprie leggi, e quel pizzico di bizzarria istituzionale che lo rende unico.
Mi sono lasciato trasportare tra una camminata e l’altra, prendendo nota di cosa rivedere con calma: la Prima Torre (Guaita), ovviamente, ma anche la Basilica del Santo, qualche museo strambo (quello delle torture è sempre lì a tentarmi), e soprattutto le vedute mozzafiato che meritano una giornata intera e meno fretta.
A sorpresa mi sono imbattuto anche in uno spettacolo dei balestrieri e degli sbandieratori: panni svolazzanti, tamburi, archi e piccole esplosioni di colore contro il cielo terso. Un tocco folkloristico che, pur nella messa in scena per turisti, riesce comunque a emozionare. Forse perché qui la Storia si sente ancora sotto i piedi, nella pietra, e negli stendardi appesi ai balconi.
Il pomeriggio si è chiuso con un aperitivo analcolico con vista, che più panoramico di così non si poteva: l’occhio spaziava tra le colline romagnole, la costa in lontananza e qualche falco che danzava nell’aria calda. Una pausa meritata, tra studio e contemplazione. E a cena con la Champions... (vediamo se Bergomi a sto giro piange per bene)
Domani si parte sul serio. Zaino in spalla, scarponi allacciati e via tra le torri. Oggi San Marino mi ha dato un assaggio. Ma il piatto forte deve ancora arrivare.
Album fotografico Sopralluogo turistico a San Marino
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