lunedì 16 giugno 2025

Montalbano Elicona e ritorno a casa

 
 




Ultimo giorno di questo viaggio di lavoro a tempo determinato e decidiamo di non rifare il solito tragitto costiero: niente autostrada da cartolina, niente Taormina, niente salinelle sulfuree.
Si punta invece verso l’interno, alla scoperta della Sicilia più vera, ruvida e silenziosa, come un pane cunzato dimenticato nel cruscotto.

Tappa d’obbligo: Montalbano Elicona, piccolo gioiello medievale che ha tutto: vicoli di pietra, balconi fioriti, nonne sedute al fresco, e un castello aragonese che domina la valle come un re in pensione.
Nel 2015 è stato proclamato “borgo più bello d’Italia”, ma per fortuna non si è montato troppo la testa. Si gira con calma, ci si perde nel silenzio tra una pietra e l’altra, e si respira quell’aria da tempo sospeso che qui sembra ancora una valuta valida.

Poi via di nuovo, in direzione costa catanese, attraversando i campi fertili ai piedi dell’Etna, dove ogni curva sa di cenere, fichi d’india e pistacchi a km zero e vigneti. 
Il vulcano, onnipresente e gigantesco, ci osserva con l’occhio pigro del padre che ha già visto tutto — anche i nostri tentativi di sembrare freschi alle 13 con 37 gradi e l’aria condizionata ballerina.

Ora siamo qui, in aeroporto, a concludere il viaggio come da tradizione: in attesa del solito ritardo Ryanair, quel momento in cui tutti fingono sorpresa e invece hanno già pronto il libro, la powerbank e l’arte di sospirare con stile. Io da blogger ormai vetusto ed esperto, scrivo un articolo. 

Missione compiuta. Sicilia nel cuore, sabbia ovunque tranne che sotto i nostri piedi , memorie di pesce crudo e risate autentiche.
E domani, a raccontarla, sembrerà ancora più bella.

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