La trama è semplice e fuori di testa: gli alieni vogliono rapire i Looney Tunes per trasformarli in attrazione del loro parco a tema intergalattico. Bugs Bunny, Daffy Duck & co. non ci stanno e sfidano i rapitori a basket. Solo che gli alieni rubano il talento ai campioni NBA, e allora serve un rinforzo d’eccezione: Michael Jordan, appena ritirato dal basket per provare (malamente) la carriera da giocatore di baseball. Ecco, già questa premessa meriterebbe un premio per la più improbabile idea di crossover mai scritta, ma incredibilmente funziona.
Il film è un gigantesco spot pubblicitario travestito da commedia sportiva – e non si fa nemmeno troppi scrupoli a nasconderlo. Tutto è brandizzato, scintillante, ipercinetico, costruito per il pubblico dei bambini che negli anni ’90 vivevano di merendine, videogiochi e cartoni Warner. Eppure, nonostante l’evidente natura commerciale, Space Jam ha un suo fascino. Forse per quella leggerezza disarmante, per la nostalgia che sprigiona ogni volta che appare Bugs Bunny con la sua faccia da “che succede amico?”, o per quella patina vintage che oggi fa tanto “film del pomeriggio su Italia 1”.
Michael Jordan, pur non essendo un attore, regge la scena con una naturalezza che sorprende: è carismatico anche quando parla con un coniglio disegnato. Non serve che reciti: basta che sia se stesso, l’icona perfetta che i Looney Tunes eleggono a loro eroe terreno. A proposito di “icone”, la colonna sonora è un concentrato di anni ’90, con “I Believe I Can Fly” di R. Kelly che – al netto di tutto ciò che è venuto dopo – resta ancora oggi una delle power ballad più epiche dell’epoca.
Certo, visto oggi, Space Jam è un film che mostra tutti i suoi anni: gli effetti speciali sono datati, la sceneggiatura è un pretesto e i momenti comici non sempre colpiscono nel segno. Ma riesce comunque a strappare sorrisi genuini, soprattutto se ci si lascia trascinare dal suo spirito giocoso e dall’assurdità delle situazioni. È un film che non ha mai voluto essere “grande cinema”, ma solo un gigantesco, coloratissimo divertissement.
In fondo, lo scopo è quello: intrattenere, mescolare sport e fantasia, e far sognare una generazione che ha imparato da Bugs Bunny e Jordan che, con un po’ di immaginazione, puoi davvero volare.
Anche se l’ho visto con trent’anni di ritardo, mi ha ricordato che a volte il cinema non ha bisogno di logica o profondità: basta solo un canestro impossibile e un coniglio parlante.
- Commento audio
- Seal's like an eagle (video musicale)
- Monstars anthem hit 'em high (video musicale)
- Jammin' with Bugs Bunny and Michael Jordan (23 minuti)
- Trailer







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